C’è qualcosa in Julian Alaphilippe che va oltre le vittorie, le classifiche e le maglie indossate. C’è la classe che negli anni ci ha dimostrato di avere, sopratutto al Tour de France. E LouLou sarà di nuovo lì, nel suo teatro naturale, sulle strade della corsa che più di ogni altra ha saputo esaltare la sua essenza.
Classe 1992, originario di Saint-Amand-Montrond, nel cuore della Francia, Julian Alaphilippe ha mostrato sin da subito di essere un talento fuori dal comune. Non un passista, non uno scalatore puro, non uno sprinter: Alaphilippe è sempre stato diverso. È un attaccante istintivo, un funambolo del pedale capace di accendersi all’improvviso. Dopo gli esordi nella ciclocross, è con la maglia della Quick-Step che esplode definitivamente su strada.
Il 2019 l’anno della consacrazione. Quell’estate infuocata, sulle strade del Tour, Alaphilippe diventa l’eroe della nazione. Con attacchi spettacolari, imprese solitarie e un’inaspettata tenuta in salita, veste la maglia gialla per 14 giorni, tiene il Paese con il fiato sospeso, fa sognare una vittoria finale che pare impossibile eppure, per un attimo, incredibilmente vicina. Chiude quinto, ma ha già vinto: è entrato nel cuore della gente.
Julian non è un corridore da algoritmi. È emotivo, vulnerabile, istintivo. Ha vinto due Mondiali consecutivi, la Sanremo, tre Frecce, San Sebastian, sei tappe alla Boucle e la Strade Bianche, ma ha anche conosciuto la sofferenza, le cadute, le delusioni. Negli ultimi anni la sua stella sembrava essersi affievolita, tra infortuni, problemi fisici e critiche esterne. Ma lui non ha mai smesso di lottare. Perché Julian non corre per la gloria, corre per il gusto della corsa. Per l’ebbrezza dell’attacco, per l’abbraccio del pubblico.
Sabato si riparte. Il Tour de France è pronto ad accogliere ancora una volta il suo enfant prodige, con la certezza che Julian non si limiterà a pedalare nel gruppo. Cercherà una fuga, una tappa, una scintilla. Non sarà in lotta per la classifica, ma sarà lì dove serve come ha fatto al Giro d’Italia quando ha regalato al mondo quella bellissima vittoria a Fano.
Perché Alaphilippe non è solo un corridore. È un protagonista. È uno di quelli per cui si accende la televisione. Julian torna al Tour. E il Tour, come sempre, lo aspetta.