Alaphilippe, la rinascita di un campione

Alaphilippe
Julian Alaphilippe in azione al Giro d'Italia 2024 (foto: LaPresse)
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Quanto è difficile essere un campione. Nel ciclismo e nello sport in generale vivere con la pressione di dover sempre vincere è un peso che in pochi possono sostenere. Non basta aver vinto due campionati del mondo consecutivi, una Sanremo, sei tappe al Tour, tre Freccia Vallone, una San Sebastian, una Strade Bianche e un’altra trentina di corse tutte di primissimo piano. Se ti chiami Julian Alaphilippe, le critiche fanno parte del gioco.

Cosa succede però quando quelle critiche sono nella maggior parte dei casi immotivate? Pensiamo per esempio alle accuse di Lefevere, alle offese alla moglie, colpevole secondo il team manager belga di portare Julian sulla strada dell’alcool e delle feste. E ancora le vittorie che non arrivano più, la parabola discendente, una squadra che non lo mette più al centro del progetto, un paese intero come la Francia costretto a trovare nuovi campioni da tifare.

Nella sua vittoria a Fano ieri c’è tutto quello che Alaphilippe è stato per il ciclismo. Attaccare da lontano gli è sempre piaciuto, regalare spettacolo ai tifosi che lo seguono a bordo strada e in televisione ancora di più. È entrato nella fuga giusta, ma consapevole di non poter lottare alla pari con Narvaez, Hermans, Valgren e gli altri, ha preferito provare ad anticipare.

Lo stesso Lefevere ha detto. «Quando l’ho visto attaccare a 96 chilometri dall’arrivo con un corridore Professional ho pensato “ma dove vuole andare?”. Poi ha tirato fuori uno di quei numeri di cui solo lui conosce il segreto. Questo è Julian!». Ebbene sì, caro Patrick, questo è Alaphilippe e lasciarlo andare via in questo modo sarebbe un grave errore.

È la prima volta che Alaphilippe corre il Giro d’Italia, ma poche volte come questa lo abbiamo visto così divertito e felice. Si sta godendo ogni momento della corsa rosa e probabilmente avrà pensato che forse sarebbe stato meglio venirci prima. «Ricevere questo affetto è incredibile – disse dopo la tappa di Prati di Tivo a noi di quibicisport.itIl pubblico è caloroso e per quanto posso cerco sempre di ripagare il loro tifo con un sorriso, un autografo, una foto o un saluto. Questo mi fa sentire vivo e mi rende orgoglioso, significa che qualcosa ho lasciato nel ciclismo».

E chissà che questo non sia un modo per dire al pubblico che presto ritornerà. Certo, c’è il Tour de France, ma pare proprio che la Soudal-QuickStep abbia fatto una scelta, quella di puntare tutto su Remco Evenepoel che non sembra gradire troppo la presenza del francese, specie nella corsa che ha fatto grande proprio Julian. Se in squadra sembra avere tutti contro, Julian può contare però sull’affetto del pubblico che fin dal primo giorno non gli ha mai fatto mancare amore e tifo.