Quando Mirco Maestri è partito con Julian Alaphilippe a circa 130 chilometri dal traguardo, è sembrato un attacco azzardato, quasi una follia. Per molti chilometri ci si è chiesti per qualche motivo i due non si rialzavano, perché sembrava che da un momento all’altro dovessero essere ripresi dal gruppetto alle spalle. E invece i due sono rimasti in testa da soli fino allo strappo di Monte Giove, dove Maestri ha dovuto arrendersi. Nella vittoria di Alaphilippe, comunque, il ruolo del 33enne di Guastalla è stato davvero fondamentale.
«È stata la giornata più dura della mia vita, ma anche la più bella – ha detto Maestri alla Rai dopo l’arrivo, visibilmente emozionato – Sagan e Alaphilippe sono sempre stati i miei idoli, fare una fuga con Julian è stato bellissimo, quasi più che una vittoria. Abbiamo collaborato benissimo, Alaphilippe mi incoraggiava in continuazione, essere incitato da uno dei miei idoli è stato davvero bello».
Maestri si è dovuto arrendere sullo strappo di Monte Giove, ma non ha rimpianti: «Dispiace per la squadra, avevamo cerchiato in rosso questa tappa anche se sapevamo che sarebbe stato difficile perché ci puntavano in tanti. Personalmente ho dato tutto e penso di avere onorato la corsa e la squadra. Non è una vittoria né un podio, ma credo sia stata una grande prestazione». Non è una vittoria né un podio, in effetti, ma è una giornata che Maestri difficilmente dimenticherà.