Giro d’Italia, le salite di oggi: Prati di Tivo protagonista. Ma si sale anche a Forca di Cerro, Capistrello e Croce Abbio

Prati di Tivo
Tadej Pogacar a Prati di Tivo alla Tirreno-Adriatico (foto: LaPresse)
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Pronti via, oggi si sale subito da Spoleto alla Forca di Cerro, che nonostante la quota limitata e le pendenze modeste potrebbe essere il terreno ideale per la prima fuga di giornata al Giro d’Italia.

FORCA DI CERRO – Non esisteva ancora il Gran premio della montagna, nel 1921, quando il Giro scalò questo valico appenninico nel corso della tappa Perugia-Chieti. La salita, posta all’inizio del percorso, vide transitare in testa un gruppo di 30 corridori con nelle prime posizioni Aymo, Gremo, Belloni, Azzini e Buysse. Al traguardo s’impose poi Girardengo, che ebbe la meglio su Belloni e Brunero. Lo spagnolo Fernandez Ovies fu primo al GPM della Forca di Cerro nel 1977, scalata nella 5ª tappa, vinta da Mario Beccia a Monteluco di Spoleto. L’onore di transitare in testa su questo valico toccò poi, nel 2007,anche al colombiano Laverde che fece suo anche il successo di tappa a Spoleto. Oggi la Forca di Cerro non sarà valida per la classifica di miglior scalatore. 

FORCA CAPISTRELLO – Un solo precedente al Giro d’Italia per la Forca Capistrello, nota anche come Passo di Gavelli. Affrontata nel 2007 dal versante meridionale (Monteleone di Spoleto), nel corso del tappone appenninico Tivoli-Spoleto, vide passare in testa Felipe Laverde, che precedette lo svizzero Schwab e Pinotti. Il colombiano riuscì poi ad imporsi sul traguardo di Spoleto. Nella successiva ascesa alla Forca di Cerro gli resistette solo Pinotti, il quale venne battuto in volata ma conquistò la maglia rosa che mantenne poi per tre giorni. La Forca Capistrello ha fatto la sua comparsa anche nel percorso della Tirreno-Adriatico nel 2014. Nella combattuta tappa Arezzo-Cittareale, vinta poi da Alberto Contador davanti a Daniel Moreno, su questo valico transitarono al comando,affiancati, Brändle, Mondory e Lutsenko.   

CROCE ABBIO – A poco più di 40 chilometri dalla conclusione della tappa di oggi si salirà a Croce Abbio. E’ in realtà l’ascesa che porta al Passo delle Capannelle, che però non sarà affrontata per intero, perché lo scollinamento avverrà un paio di chilometri prima del valico. Il Giro d’Italia è transitato più volte sul Capannelle, la prima nel 1935, solo in vetta Gino Bartali, che non aveva neppure 21 anni ed era al suo debutto al Giro. Il toscano concluderà poi la corsa al 7° posto e vincerà la classifica degli scalatori. Nel 2001, ultimo passaggio su questo valico, transitò in testa Mirco Gualdi. 

PRATI DI TIVO – E’ trascorso quasi mezzo secolo da quando il Giro d’Italia fece tappa ai Prati di Tivo. Era il 1975, terza giornata di gara, primo arrivo in salita di quell’edizione. Dopo un 3° posto nel 1973 e un 6° nel ’74, Giovanni Battaglin puntava in alto, a caccia della maglia rosa. Ed iniziò alla grande. Si scatenò subito e su questa salita, inedita all’epoca, staccò tutti, compresi Gimondi, Baronchelli, Bitossi e gli spagnoli. Soltanto il basco Galdós riuscì a contenere il distacco sotto il minuto. Bitossi, Gimondi, Baronchelli e Bertoglio (che poi vinse quel Giro) persero 2’16”, Panizza 2’35”, De Vlaeminck quasi quattro minuti. Battaglin sfilò la maglia rosa al norvegese Knudsen, ma la perse 24 ore dopo a Campobasso a causa di una foratura e di una caduta nel finale.

Le insegne di leader passarono sulle spalle di Francisco Galdós, che la mantenne per più di una settimana. Battaglin finì al 18° posto il Giro, che però riuscì poi a conquistare sei anni dopo, nel 1981. Ai Prati di Tivo si sono concluse anche tre tappe della Tirreno-Adriatico con vincitori illustri con Vincenzo Nibali (2012), Chris Froome (2013) e Tadej Pogačar(2021). Di quest’ultimo il tempo record della scalata: 36’06”.