Giro d’Italia, le salite di oggi: Oropa, lì dove Pantani scrisse la storia

Pantani
Marco Pantani trionfa ad Oropa dopo una spettacolare rimonta. Da ultimo a primo in pochi chilometri.
Tempo di lettura: 3 minuti

Arrivo in salita già al secondo giorno di corsa per il Giro d’Italia 2024, ma prima di raggiungere il prestigioso traguardo di Oropa la corsa rosa affronterà un paio di asperità d’importanza marginale.

OASI ZEGNA – La prima ascesa della tappa odierna valida per il GPM sarà quella dell’Oasi Zegna, una località posta lungo la famosa Panoramica Zegna, che scollina ai 1514 metri del Valico di Bielmonte ma che quest’anno sarà ignorata dal Giro d’Italia, che all’Oasi Zegna svolterà per Mosso Santa Maria. La Panoramica Zegna venne affrontata dal Giro nel 1993 e nel 2014. Al Valico di Bielmonte transitarono in resta rispettivamente il colombiano Abelardo Rondón e l’irlandese Nicolas Roche

OROPA – Il traguardo della tappa di oggi sarà posto per la settima volta nella storia del Giro d’Italia al Santuario di Oropa, dove nel 1999 Marco Pantani fu protagonista di un’indimenticabile impresa, che lo vide raggiungere e superare 49 avversari dai quali era stato a sua volta sorpassato per via di un salto di catena e trionfare poi dinnanzi alla Madonna Nera di Biella. Il Pirata superò uno dopo l’altro tutti i big della classifica, da Savoldelli a Heras, da Clavero a Simoni, per ultimo Jalabert, che sembrava imprendibile. Vinse così la 15ª tappa, con 21” sul francese e lasciando a 49” Savoldelli, incrementando il suo vantaggio in classifica. Per percorrere gli ultimi 10,2 km di salita Pantani impiegò 24’10”. Gli ultimi 7,5 km, dopo il salto di catena, li divorò in 18’33”, ad oltre 24 di media. Questo avvenne cinque giorni prima del famoso controllo antidoping di Madonna di Campiglio, che portò all’espulsione di Pantani dal Giro.  

Il debutto di Oropa al Giro d’Italia avvenne nel 1963. Quell’anno Vito Taccone vinse quattro tappe di seguito. Il secondo successo della serie lo conquistò proprio al termine della Asti-Oropa (km. 130), precedendo di 3″ Adorni e di 11″ Balmamion, che rosicchiò oltre due minuti alla maglia rosa Ronchini e il giorno dopo lo scalzò dal primo posto della classifica. L’abruzzese sferrò il primo attacco dopo meno di un chilometro di salita, il gruppo si allungò, ma non si verificò un’importante selezione. Allora lo scatenato leader della Lygie insistette e al suo secondo allungo resistettero solo Adorni, Balmamion, Carlesi, Zancanaro, De Rosso e Battistini. Ripresi Martinato e Gentina, protagonisti di una lunga fuga, all’ultimo chilometro restarono solo in tre e con uno scatto finale Taccone andò a vincere. 

Quella giornata passò alla storia anche per per un brutto episodio che vide protagonista lo stesso Taccone. Il Camoscio d’Abruzzo ebbe un violento scambio di opinioni nel finale della tappa, prima dell’inizio della salita di Oropa, con l’emiliano Nunzio Pellicciari, che durante la fuga si era rifiutato di dargli un cambio. Taccone colpì improvvisamente al volto l’avversario, che perse l’equilibrio e cadde su un fianco. A fine tappa la Giuria inflisse un’ammenda di 10.000 lire a Taccone “per essere passato a vie di fatto con un concorrente”. 

Nel Giro del ’93 sulla salita del Santuario di Oropa la maglia rosa Indurain fu seriamente attaccato dal russo Ugrumov, che lo mise in difficoltà e gli inflisse un distacco di 36″. La vittoria di tappa (Torino-Oropa, km. 162) andò a Massimo Ghirotto, che precedette Giovannetti (a 21″) ed il francese Laurent Madouas (a 47″). Dopo l’exploit di Pantani nel 1999, il Giro giunse ad Oropa anche nel 2007 (Bruseghin stupì tutti nella cronoscalata Biella-Oropa), nel 2011 (vittoria a sorpresa di Enrico Battaglin) e nel 2017 (successo di Dumoulin su Zakarin e Landa). Nel 1997 e nel ’98 si conclusero ad Oropa due prove dell’ormai estinto Trofeo dello Scalatore, che videro il successo rispettivamente del russo Pavel Tonkov e del toscano Massimo Donati.