Bolide F HR: ecco tutti i segreti della bici per le Olimpiadi svelati da Fausto Pinarello (VIDEO)

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Nei giorni precedenti sono state presentate le nuove Pinarello Bolide F HR che i pistard azzurri utilizzeranno alle Olimpiadi di Parigi 2024. Rappresentano l’evoluzione della bici che a ottobre 2022, a Grenchen, ha permesso a Filippo Ganna di segnare il nuovo Record dell’Ora con 56,792 chilometri percorsi.

Telai disponibili in due versioni, in lega metallica Scalmalloy stampata in 3D e in fibra di carbonio, con identiche geometrie. Utilizzano tecnologie all’avanguardia nello studio dei flussi aerodinamici, che hanno permesso di ottimizzare l’impatto frontale della bici, considerata un tutt’uno con il ciclista. E allora, incuriositi dalle caratteristiche di questo telaio, abbiamo disturbato direttamente Fausto Pinarello, che ha coordinato il team di tecnici e ingegneri che hanno realizzato questo gioiello di alta tecnologia.

Fausto, ci racconti come è nato il progetto Bolide F HR?

«Questo telaio è il frutto della collaborazione di un team di esperti nel settore. Pinarello ha saputo unire il grande lavoro fatto da Luca Oggiano, CEO di NablaFlow, azienda specializzata in ricerca e sviluppo aerodinamico. Importante è stato anche il lavoro di test di Dan Bigham, che deteneva il Record dell’Ora prima di Filippo. E’ la sintesi della filosofia Pinarello, ovvero utilizzare le migliori tecnologie per realizzare la miglior bici possibile. Dopo lo studio, il telaio viene stampato in Inghilterra e poi rifinito in Pinarello. Già dai primi test ci eravamo accorti di risultati sorprendenti».

In cosa differiscono queste bici rispetto al modello del Record dell’Ora?
«Quella era una bicicletta studiata appositamente per Filippo Ganna. Queste invece sono state ottimizzate per renderle utilizzabili da tutti. Il movimento è stato allargato e siamo riusciti a tenere costante il Fattore Q. La bici è dimagrita di circa 200 grammi rispetto a quella utilizzata a Grenchen da Filippo».

Perché avete riproposto una lega metallica?
«Perché avevamo bisogno di caratteristiche differenti. La lega Scalmalloy è un materiale di derivazione aerospaziale (integra alluminio, scandio e magnesio ad alta resistenza, ndr). La stampa 3D ci permette di posizionare degli appositi rinforzi interni per massimizzare la rigidità. Il telaio è realizzato in soli cinque pezzi, tre per il triangolo e i due foderi posteriori».

Discorso identico anche per le appendici aerodinamiche?
«Esatto, anche quelle sono stampate in 3D. Ad ogni atleta è stata eseguita una scansione tridimensionale che ha permesso di ottimizzare il manubrio per ridurre la resistenza aerodinamica totale».

Quanti giorni servono per realizzare un telaio con questa tecnologia?

«Per stampare un telaio in lega Scalmalloy con la tecnologia 3D adesso ci vogliono 3 giorni. Poi ovviamente la rifinitura. Per la prima versione ci sono voluti tre mesi. Queste bici sono state presentate ufficialmente in questi giorni, ma hanno debuttato a Glasgow…».

Ti riferisci alla bici che ha utilizzato Jonathan Milan ai mondiali?

«Sì, quella era la nuova Bolide F HR in fibra di carbonio, tutta nera, senza scritte. Per ottenere l’omologazione Uci per le Olimpiadi la bici andava presentata proprio per lo scorso mondiale».

Parliamo un po’ della tecnologia AirStream?

«E’ nata dalle simulazioni CFD. L’intuizione di Luca (Oggiano, ndr) di creare delle protuberanze ha permesso di stabilizzare i flussi d’aria prodotti dal ciclista durante la pedalata. E’ nato tutto dal comportamento delle balenottere e dalla forma delle loro pinne laterali: in quel punto ci sono dei tubercoli che rendono agevoli i cambi di direzione in acqua. Quella forma, applicata alla pista, dà ottimi risultati. Non è soltanto marketing».

E’ applicabile anche su strada?

«No, su strada si hanno condizioni differenti rispetto alla pista, ci sono molte più variabili, come la direzione del vento e le varie posizioni che può assumere il ciclista. In più, su strada conta anche la leggerezza, anche se l’aerodinamica fa sempre la differenza, anche al costo di sacrificare qualche grammo».

Avete fatto scelte coraggiose in termini aerodinamici, stringendo i foderi…

«Sì, è vero. La tendenza attuale dei telai aerodinamici è quella di dotarsi di foderi larghi. Ma dalle numerose simulazioni fatte abbiamo notato che questa configurazione, con i foderi più stretti, su pista attualmente riesce a garantire risultati migliori».

Che differenze di peso ci sono tra i due modelli disponibili?

«La versione stampata in 3D in lega pesa circa 700-800 grammi in più di quella in carbonio, ma poi molto dipende dalle varie taglie. Le donne avevano bisogno di un telaio più maneggevole e meno “roccioso”».

C’è anche una livrea leggermente differente…

«Le bici degli uomini si riconoscono per le scritte oro, perché le utilizzeranno i campioni in carica. Quelle delle donne sono bianche. Magari dopo Parigi saranno oro anche quelle. Ce lo auguriamo tutti».

Ma ora premi play e guarda il video!