Non è la prima volta che la Milano-Sanremo parte da Pavia. Accadde anche nel 1965. Quell’anno, per la verità, il via venne dato non dal centro storico ma dalla Certosa di Pavia, che sulla tabella di marcia tradizionale della classicissima precede di 8 chilometri la città viscontea.
La decisione di spostare eccezionalmente il chilometro zero dalla periferia di Milano (via Chiesa Rossa) alla Certosa venne presa dal patron Vincenzo Torriani, che, costretto dall’intransitabilità per lavori del tratto di Aurelia tra Finale e Pietra Ligure, comprendente la galleria di Caprazoppa, volle inserire nel percorso il troncone iniziale della salita del Colle del Melogno (7 chilometri al 6%, da Finale a Ponte di Merlo, passando per Gorra), anche per cercare di inasprire il profilo altimetrico, visto che, nonostante l’introduzione del Poggio nel finale, la Milano-Sanremo finiva spesso con una volata di gruppo. Da dodici anni un italiano non vinceva la classicissima di primavera e Torriani sperava che un percorso più severo potesse ispirare qualche campione di casa nostra. Per compensare l’aumento di percorso dovuto alle deviazioni in Liguria e mantenere la distanza della corsa entro i canonici 290 chilometri, l’organizzazione fu costretta però a spostare più in là di 20 chilometri la partenza.
Quell’edizione della Sanremo, la 56ª, risultò effettivamente più selettiva e si risolse con uno sprint a tre che vide imporsi l’olandese Arie Den Hartog davanti a Vittorio Adorni e Franco Balmamion. I due italiani erano evasi poco dopo Imperia ed erano stati raggiunti dal ventiquattrenne portacolori della Ford France a meno di un chilometro dall’inizio del Poggio. Al traguardo il terzetto anticipò il gruppo compatto di una cinquantina di secondi. L’esperimento non ebbe però seguito. Nel 1966 la Sanremo tornò al percorso tradizionale, con la partenza da Milano.
