Martinelli guida la MBH Bank-Colpack Ballan in Belgio: «Alla Youngster aspetto Quaranta»

Martinelli
Ritiratosi al termine della passata stagione, Davide Martinelli (30 anni) è salito sull'ammiraglia della MBH Bank-Colpack Ballan, che guiderà venerdì in Belgio nella Youngster Coast Challenge
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Davide Martinelli si dichiarerebbe stupito se, dopo tutto quello che è successo alla MBH Bank-Colpack Ballan nelle ultime settimane, la loro stagione fosse cominciata in maniera più felice.

«Bagatin si è rotto la clavicola nell’ultimo giorno di ritiro, Fiorin ha rimediato lo stesso infortunio a Misano. Cipollini è caduto alla Firenze-Empoli ferendosi in malo modo il volto, su Boscaro non possiamo contare a nostro piacimento poiché essendo un pistard è spesso al seguito della nazionale. Perdere quattro corridori del genere, tre velocisti e un passista, proprio quando le gare sono più adatte a quella tipologia di atleta, è un peccato. Il nostro organico è composto perlopiù di scalatori, ma le corse più impegnative devono ancora arrivare. Non appena ci rimetteremo in carreggiata, i risultati cominceranno ad arrivare».

Intanto venerdì sarete in Belgio alla Youngster Coast Challenge, classica in cui la vostra squadra raccolse già un terzo e un quarto posto nel 2022 con Persico e Gomez.

«Partiamo oggi, così da avere la possibilità di andare in ricognizione sul percorso domani. Ho preparato la trasferta nei giorni scorsi: sarà il vento a farla da padrone. Lo spiegherò ai ragazzi: dovranno rimanere compatti nelle prime posizioni del gruppo per non farsi sorprendere, pronti a fare a spallate all’uscita di ogni curva. La fortuna aiuta sempre, ma in un contesto simile bisogna anche andarsela a cercare. Rimarrà davanti chi dimostrerà carattere e intuito».

Su chi punterete?

«Farei tre nomi. Il primo è Quaranta, dal quale personalmente mi aspetto molto. È al quarto anno tra i dilettanti, come ogni velocista si muove bene in pianura e nei ventagli ed è chiamato a risultati di spicco se vuole riuscire nel salto di qualità. Il nostro uomo dovrebbe essere lui. Un ruolo prezioso lo svolgerà anche Casalini, un bel passista, e credo che la Youngster possa rivelarsi un’esperienza proficua anche per Cipollini: dopo la caduta alla Firenze-Empoli abbiamo preferito tenerlo a riposo una settimana, ma sabato a San Pietro in Gu era già davanti un’altra volta».

Quali sono i passaggi più delicati della gara?

«La Youngster, in sostanza, è la “piccola” Bredene-Koksijde. È lunga circa 170 chilometri e l’unico muro in pavé è il Kemmelberg, lo storico strappo della Gand-Wevelgem. È corto, saranno cinquecento metri, ma le pendenze si aggirano tra il dieci e il quindici per cento e la successiva discesa nel bosco è molto pericolosa: in una curva la strada è larga non più di due metri e mezzo, tant’è che le ammiraglie in quel punto escono dal percorso e si reimmettono a discesa finita. A quel punto saremo a metà gara: gli strappi in asfalto sono tre o quattro in tutto, per il resto vento fino alla nausea».

La tua esperienza sarà preziosa: di classiche del Nord, tra i professionisti, ne hai corsa più di una.

«Senz’altro, infatti sono molto contento ed emozionato di poter affrontare la Youngster da direttore sportivo. In carriera ho affrontato sia la Bredene-Koksijde sia la Brugge-De Panne, il cui finale è ricalcato dalla gara di venerdì. Affronteremo le migliori formazioni giovanili del panorama internazionale, quindi la concorrenza non mancherà. Sarà un bel banco di prova: per me, per Quaranta e per tutti gli altri. Torneremo in Italia venerdì stesso, poi andrò alla Coppi e Bartali».

Con quali ambizioni?

«Non dipendono interamente da noi, dipende con quale organico si presenteranno le World Tour e le Professional che parteciperanno. Comunque, nell’ottica di disputare una bella gara, abbiamo mandato in altura al Sestriere quattro dei nostri migliori elementi: Kajamini, Bracalente, Novak e Nespoli. Io credo, ad esempio, che Novak possa togliersi qualche soddisfazione, perché è uno dei migliori scalatori del ciclismo giovanile italiano. Però non mi spingo oltre. Non abbiamo nemmeno ufficializzato l’organico: Ambrosini e Novak sono i più sicuri, ma dovremo necessariamente valutare strada facendo basandoci sui risultati delle prossime corse».

Hai debuttato in ammiraglia al Polese e al Poreč: come ti ha accolto il gruppo?

«È stato emozionante. Al Polese, essendo una gara nazionale, avevamo le radioline e quindi c’è stata la possibilità di dirigere davvero i corridori. Una giornata da tregenda, tra l’altro: acqua e fango, quel giorno ancora di più avremmo avuto bisogno di quei passisti veloci che invece ci sono mancati soprattutto a cause degli incidenti. Ho incontrato volti nuovi e ho ritrovato tante persone che già conoscevo e che non rivedevo da molto tempo. Mi ha fatto piacere».