Strade Bianche, Busatto la dolce sorpresa: «Ero venuto in ricognizione da solo due settimane fa»

Francesco Busatto all'arrivo della Strade Bianche 2024
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Francesco Busatto oggi era uno dei più giovani al via della Strade Bianche, ma vedendolo correre e attaccare i settori di sterrato, sembrava di trovarsi di fronte a un veterano. Prima gara WorldTour della carriera, in condizioni non certo ottimali, e con tanti big al via. Per il veneto nessuna paura, ha la tranquillità e la serenità di chi sa che questa, in futuro, potrebbe essere la sua corsa. Era nel gruppo di testa quando la corsa è esplosa e solo nell’ultimo giro del circuito ha dovuto cedere il passo.

«Non a caso è la mia corsa preferita – spiega Busatto pochi metri dopo l’arrivo di Piazza del Campo, ricoperto di polvere e fango – Volevo fare bene qui, infatti qualche settimana fa sono andato da solo in ricognizione sui settori più impegnativi. Mi sono fatto 120 chilometri».

Eri all’esordio in una gara World Tour, ti aspettavi di essere in grado di reggere certi ritmi?

«Inizialmente no, al via avevamo una squadra competitiva e in teoria non ero il capitano. Dopo i primi settori però ho capito di stare bene e ho cercato di stare sempre nelle prime posizioni. Ad un certo punto mi sono reso conto di stare tra i primi 25».

Hai attaccato i settori con sicurezza.

«Sapevo che quella era la tattica migliore, sgomitare, farmi spazio, e prendere i settori in sterrato davanti. Anche perché le condizioni del terreno e la pioggia che abbiamo preso in alcuni tratti, potevano essere pericolosi».

Eppure ieri ci avevi detto di avere dolori al ginocchio…

«Sarà per l’adrenalina della corsa, ma oggi non ho sentito quasi nulla per fortuna. Speriamo non si ripresenti il dolorino».

Ti piacerebbe tornare e fare ancora meglio?

«Sicuramente, mi piace tutto di questa corsa. L’atmosfera, il pubblico, gli scenari, il fango e la polvere. Devo tornarci con l’obiettivo di andare ancora meglio».

Eri nel primo gruppo quando la corsa è esplosa, segno di grande intelligenza anche tattica.

«La Strade Bianche è una corsa particolare, ho capito che bisogna avere tanta fortuna e resistere fino alla fine. Ho sofferto sul Colle Pinzuto, quando mi sono staccato dai primi dieci».

E quando è partito Pogacar?

«L’ho visto, ma era davvero impossibile prenderlo, è il più forte di tutti».

Un’altra corsa che ti piacerebbe molto fare?

«Il Giro delle Fiandre, il sogno di una vita».