Moscon, il ritorno al Nord tra dubbi e scommesse da vincere

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Gianni Moscon veste quest'anno la maglia della Soudal-QuickStep
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Era inizio novembre quando Patrick Lefevere annunciava ai giornalisti belgi che il colpo a sorpresa della sua Soudal-QuickStep doveva ancora arrivare. Nessuno poteva immaginare che quel corridore fosse Gianni Moscon.

La notizia è stata accolta in Belgio tra qualche dubbio. Il recente passato del trentino non è andato giù da quelle parti e gli epiteti con cui si sono rivolti a lui negli ultimi anni non sono certo positivi. Ritratto come il “bad boy” del ciclismo per i tanti provvedimenti disciplinari presi nei suoi confronti, Moscon non ha mai reagito alle provocazioni, cercando di concentrarsi esclusivamente sulle corse. Purtroppo anche sotto quell’aspetto le cose non hanno funzionato: mai realmente competitivo in Astana, in difficoltà nelle ultime stagioni alla Ineos.

La situazione faceva pensare addirittura ad un possibile ritiro, eppure qualcosa bolliva in pentola. Giovanni Lonardi, manager di Moscon, stava trattando con la Soudal-QuickStep in incognito. Nel giro di qualche settimana l’accordo è stato trovato: Lefevere è pronto a rilanciare un talento che negli anni si è perso.

Il ritorno al Nord di Moscon: si riparte dalla Omloop Het Nieuwsblad

Quando sabato il gruppo della Omloop Het Nieuwsblad, gara di apertura della stagione delle classiche, pedalerà tra Gent e Ninove, osservate il numero 25. Probabilmente non lo vedremo davanti, oppure, come spesso è abituato a fare, ci sorprenderà e lo rivedremo dopo tanto tempo lottare per le prime posizioni.

Quando Moscon vede il pavé diventa un altro corridore, diventa quel Moscon che nel 2017 (al secondo anno tra i professionisti) ha chiuso quinto alla Roubaix, rischiando il colpaccio all’interno del Velodromo. Lo stesso trentino che quattro anni dopo scivolò e forò sul fango dell’Inferno del Nord, proprio mentre stava viaggiando verso il suo successo più bello.

La chiamata di Lefevere è arrivata al momento giusto. «Ho sentito che loro avevano più fiducia di quanta ne avessi io per me stesso. Senza Patrick non sarei qui, per lui sono una scommessa, o un buon investimento, chi lo sa. È bello essere di nuovo un ciclista, mi sono sentito diverso dal primo giorno che sono entrato in squadra a metà novembre».

Se sarà un buon investimento lo capiremo solo alla fine della Campagna del Nord, oppure a fine stagione. Intanto ci godiamo un nuovo Moscon con la maglia della squadra che più di tutte alle classiche ha fatto la storia.