Moscon si racconta: «Mi sentivo vuoto e senza fiducia. La chiamata di Lefevere ha cambiato tutto»

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Gianni Moscon alla partenza della Parigi-Roubaix 2021 (foto: A.S.O./PaulineBallet)
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Gianni Moscon, che proprio oggi debutta al Trofeo Calvià alla Challenge Mallorca, si è raccontato in una lunga intervista al portale olandese olandese In de Leiderstrui. Le due stagioni all’Astana-Qazaqstan non sono andate come il trentino sperava, nonostante le ottime premesse. Un po’ a sorpresa è arrivata la chiamata della Soudal-QuickStep.

«A inizio 2022 ho contratto il Covid e il virus mi ha condizionato tutta la prima parte di stagione. Collezionavo ritiri su ritiri fino al Tour de France, dove ho iniziato a sentirmi completamente vuoto, esausto. Nel 2023 ho avuto un ottimo inverno, volevo partire bene, ma mi sono rotto la clavicola in Australia e non ho mai avuto il tempo per recuperare».

C’è stato anche il rischio che smettesse di correre. «Amo il ciclismo, ma ero abituato a competere per vincere. Sentivo di fare la figura dell’idiota, poi le persone hanno cominciato a dire che ero pigro, che non ero motivato. Ma era tutto falso, perché per me il ciclismo non è mai stato un sacrificio, ad eccezione degli ultimi due anni».

Il ciclismo moderno, così di altissimo livello, non permette errori. «Devi essere pronto per ogni gara. Se stai male, resti indietro. Forse era meglio evitare di partecipare a certe corse, non ero proprio in condizione. Ma mi ripetevano che lottando e sudando, avrei recuperato. Così si perde la motivazione e non è bello. Alla fine non nutro alcun tipo di rancore, si impara molto dai momenti difficili».

La chiamata di Lefevere è arrivata al momento giusto. «Ho sentito che loro avevano più fiducia di quanta ne avessi io per me stesso. Senza Patrick non sarei qui, per lui sono una scommessa, o un buon investimento, chi lo sa. È bello essere di nuovo un ciclista, mi sono sentito diverso dal primo giorno che sono entrato in squadra a metà novembre».

L’inverno, spiega Moscon, è scivolato senza intoppi. «Dopo il Lombardia mi sono preso un mese e mezzo di riposo completo, poi ho ripreso ad allenarmi in maniera tranquilla, caricando sempre di più. Mi sembra di rivedere il Moscon del 2021 e questo mi fa molto piacere. Se sarò leader alle classiche? Non lo so, se avrò la forma per vincere, lo sarò, altrimenti aiuterò i compagni come ho sempre fatto nel corso della mia carriera».

La Soudal-QuickStep ha in mente di vincere il Tour de France con Evenepoel, si è fatto anche il nome di Moscon per la spedizione. «Difficile dirlo adesso. Sicuramente potrò aiutarlo. Il mio sogno? Vincere la Roubaix, ci sono arrivato vicino».