L’amarezza di Scinto: «Direzione sbagliata, diventerà uno sport per ricchi»

Scinto
Luca Scinto, ex ciclista e diesse della Vini-Zabù, attuale direttore sportivo del team Ballerini
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«Spero che gli organizzatori, specialmente nelle categorie giovanili, si mettano una mano sulla coscienza e, almeno per quest’anno, non facciano pagare le iscrizioni alle corse alle società», questo è l’appello lanciato da Luca Scinto attraverso Bicisport dopo aver appreso solo qualche ora fa della delibera del Presidente della FCI n.23 del 14 febbraio 2024, nella quale si comunica che: «Viene data facoltà agli organizzatori delle gare regionali del settore strada, di tutte le categorie/specialità, di chiedere una tassa di iscrizione dell’importo massimo pari ad euro 5 per atleta partente».

Scinto non si scaglia contro la modifica regolamentare in quanto tale, ma per la tempistica sbagliata con la quale è stata attuata e comunicata ai diretti interessati: «Io non sto dicendo che questa sia una scelta giusta o sbagliata, non spetta a me esprimermi. Se il regolamento cambia va rispettato, che uno sia d’accordo o contrario. Ma noi direttori delle categorie interessate non eravamo al corrente di nulla fino a stamattina, quando è uscita la notizia, e ritengo assurdo che ciò venga comunicato a 10/15 giorni da inizio della stagione. Le squadre hanno già pianificato la stagione e il budget da usare. Ora è impossibile trovare altri fondi o nuovi sponsor, né si può tagliare sul personale o sui ragazzi. Uscendo ora questa poteva essere una modifica del regolamento per l’anno 2025, ma non per una stagione che parte dopo neanche due settimane».

Il direttore sportivo toscano ha poi evidenziato come la direzione verso cui si sta andando mette sempre più a rischio il futuro del ciclismo giovanile italiano: «Il ciclismo in Italia sta andando in una direzione per me sbagliata, specialmente quello giovanile. Mancano le squadre, quelle che c’erano stanno abbandonando e non si trovano più soldi a causa della crisi economica. Una squadra che ha filiera di juniores, allievi, esordienti e giovanissimi alle corse spende troppo, non riesce a reggere i costi eccessivi e chiude. Oppure si trova costretta a chiede una mano economica alle famiglie. Però non è neanche corretto far pagare i genitori dei ragazzi per farli correre. Già il fatto che li portino loro alle gare è un aiuto, non si può chiedere troppo o rischiamo che diventi uno sport per ricchi e che tra un paio d’anni non avremo più ragazzi che corrono».

L’ex ciclista della Mapei ricorda che ai suoi tempi c’era addirittura il rimborso spese per chi correva: «Una volta, quando ero dilettante io, l’organizzazione ti dava 25/30 euro a ragazzo iscritto come rimborso spese, che poi usavi essenzialmente per pagare la benzina, e il pranzo. Ora, gran parte delle corse, neanche più il pranzo ti danno. Quindi ormai tra gasolio, pasto e altre cose spendi già 15 euro a persona circa. Quindi, per una squadra di dieci ragazzi più due o tre accompagnatori, ogni weekend sono 200 euro che se ne vanno, ma se un team ha più categorie o fa più corse nel fine settimana si raddoppia tutto. Se poi a tutto ciò si devono aggiungere anche 5 euro ogni partecipante alla corsa, non so quante società riusciranno a continuare».

Scinto conclude dicendo: «Poi per carità io mi metto anche nei panni degli organizzatori, anche per loro i costi sono aumentati. Però alla fine quando organizzi una corsa 500 euro in meno o in più non cambiano tanto. Mentre per un team di 10 ragazzi 500 euro in più da spendere ogni domenica sì che cambiano».