Pedersen vuole una Monumento nel 2024: «Non ho il talento di quei tre, ma posso batterli»

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Mads Pedersen e Mattias Skjelmose Jensen al Tour de France 2023 (foto: A.S.O.)
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Mads Pedersen viene da un 2023 straordinario dove ha raccolto tanto. Sono ben 8 i successi ottenuti dal danese quest’anno, tra cui una tappa al Giro d’Italia e una al Tour de France. Importante è stata anche la campagna nelle classiche fatta dal classe ’95. Ha chiuso infatti 6° alla Milano-Sanremo, 3° al Giro delle Fiandre e 4° alla Parigi-Roubaix. Proprio ripartendo da questi risultati, Pedersen vuole lavorare per migliorarsi ancora in vista della prossima stagione.

«Sul piano personale è dura pensare di poter migliorare ulteriormente. Non è che ogni anno puoi pensare di aggiungere qualcosa, soprattutto quando si arriva a ottenere i risultati fatti lo scorso anno. Però continuerò ovviamente a provarci. Ho a mia disposizione i migliori allenatori, che lavorano tutti i giorni alla ricerca di nuovi metodi per migliorare la mia prestazione, e nutrizionisti che stanno studiano nuovi modi per essere giusto un po’ più magro», ha detto il corridore della Lidl-Trek a VeloNews.

Il tema del nutrizionista è molto delicato per Mads. Il danese, infatti, non è mai stato affiancato da uno specialista di questo tipo. Questa sarà la grande novità del suo 2024: «L’essere seguito da dei nutrizionisti che non siano quelli del team sarà una cosa nuova per me. Magari potrebbe non aiutarmi, ma penso che ormai io debba provare tutto per migliorare. Io non ho problemi a stare attento all’alimentazione. Anche perché si tratta soprattutto di una questione mentale. Però quando ho i momenti liberi spesso sgarro. Ad esempio la sera in cui sono tornato in hotel dalla Roubaix ho mangiato patatine fritte, gelato e altri cibi del genere. Sarà lì che dovrò migliorare. Ma sono un essere umano e credo di dover anche vivere la mia vita».

Pedersen vede tutti questi sacrifici fondamentali in vista del raggiungimento di un obiettivo: imporsi nelle Monumento davanti a corridori del calibro di Mathieu van der Poel, Wout van Aert e Tadej Pogačar: «Non saprei dire esattamente cosa dovrei cambiare per trovare quella vittoria che mi è mancata finora. A essere onesti, riconosco che quei corridori hanno probabilmente più talento di me. Ma non sono imbattibili. Insieme alla squadra, abbiamo un piano e penso che sia quello giusto per riuscire a batterli. C’è da sempre da considerare che io potrei anche essere più forte dell’anno scorso».

Il 27enne ex campione del mondo ha poi anche parlato in prospettiva del Tour de France 2024, dove condividerà i gradi da capitano con Tao Geoghegan Hart. Il danese avrà ovviamente il suo treno per le volate, ma nella tappe di salita dovrà lavorare per il britannico, che invece ha come obiettivo la generale. «A me piace tantissimo essere in una squadra che punta alle volate, ma che ha anche gli uomini per far classifica nei grandi Giri. Alla fine, siamo in otto: a me servono solo due corridori per preparare gli sprint e uno che tiri in precedenza. Anzi, sarò felice di dare una mano a Tao ed è giusto che lui non faccia altrettanto per me nelle volate. A me sta benissimo così e sarò più che orgoglioso di aiutarlo a salire sul podio finale del Tour. In più, io e lui siamo amici e abbiamo gli stessi agenti».

Pedersen ha concluso dicendo: «Per la squadra è un bene l’arrivo di Tao. Un corridore che ha vinto un grande Giro in carriera è una cosa notevole per il team e non saprei dire chi sia stato l’ultimo… Ah sì, c’è stato Vincenzo Nibali. Ma con Geoghegan Hart è un discorso diverso: Tao è in crescita ed è in un momento differente della sua carriera, rispetto a Nibali».