Kelly: «Il Tour è troppo duro per Cavendish. Sarà difficile battere il record»

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Mark Cavendish al Tour de France 2023 (foto: A.S.O./Ballet)
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Fin dalla caduta durante l’ottava tappa del Tour de France 2023, Mark Cavendish ha in mente solo l’edizione n.111 della Grande Boucle. L’Astana Qazaqstan, a sua volta, ha fin da subito dichiarato di voler supportare il britannico nella caccia alla 35esima vittoria nella corsa francese. Il tracciato del Tour 2024 però è stato disegnato più duro del previsto. Dopo tanti anni, infatti, non ci sarà la tradizionale volata sugli Champs-Élysées e in generale il tracciato presenta meno possibilità per i velocisti.

Su questo tema è recentemente intervenuto Sean Kelly, ex leggenda irlandese, che GCN ha detto: «Non credo che la decisione presa da Mark, ossia di continuare a correre, sia stata quella giusta. Ovviamente lui vuole quel record di vittorie e posso comunque capire la sua decisione. Ma vince una tappa al Tour per Mark può essere troppo complicato quest’anno. Dovrà fare un gran lavoro durante l’inverno e non sarà per niente facile battere i velocisti più giovani».

Kelly ha poi continuato criticando il percorso e l’organizzazione del Tour: «Lui è sicuramente il miglior velocista di tutti i tempi e ha fatto cose incredibili nei grandi Giri. Sarebbe fantastico vederlo raccogliere quel primato. Ma il percorso del prossimo Tour, per un velocista, è semplicemente orribile. È una tendenza che stiamo vedendo di anno in anno: ogni corsa vuole essere più avvincente dell’altra e così le tappe diventano sempre più dure. Gli organizzatori dei grandi Giri continuano a cercare queste pazze e stupide salite, con pendenze fuori dal normale. Al Tour 2024 le occasioni per i velocisti puri saranno minime. Gli organizzatori vogliono creare grande attesa e curiosità, ma se si continua su questa strada dove si va a finire?».

Il 67enne irlandese ha poi concluso dicendo: «Io penso che l’UCI debba porre dei limiti, almeno nei metri di dislivello delle prime tappe dei Grandi Giri. Se non lo faranno, rischiamo di spingere tutti i corridori al limite e che magari riprendano a fare cose che non si devono fare. Se fai le corse così difficili, ci saranno tanti corridori che si troveranno a far fatica a restare al passo. E faranno fatica a tenersi il lavoro e c’è la possibilità che si torni agli anni bui del ciclismo».