Gli obiettivi di Romele: «Piccolo Lombardia, Parigi-Tours e magari il professionismo»

Romele
Alessandro Romele in azione in maglia azzurra
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Tre vittorie (di cui una al Giro Next Gen), tante convocazioni in Nazionale, l’opportunità di correre tutte le corse più importanti della categoria e un ampio ventaglio di scelta su quale strada intraprendere per il suo futuro. Questo è il riassunto della bella stagione vissuta da Alessandro Romele, corridore al secondo anno tra gli U23 della Colpack-Ballan.

Hai corso tante gare importanti, anche fuori dall’Italia e con la Nazionale, lo avevi pensato così il tuo calendario?

«A inizio anno, d’accordo con la squadra, avevamo deciso di fare un calendario di alto livello, eliminando gare di seconda e terza fascia e concentrandoci sulle corse principali della categoria. Alla fine ho sacrificato anche qualche appuntamento importante in Italia, ma solo per favorire l’esperienze all’estero, fondamentali per la mia crescita. Tutto ciò è stato ovviamente possibile anche grazie alla Nazionale italiana che ha creduto molto in me e che mi ha dato la possibilità di disputare tante gare di spessore con la maglia azzurra».

Amadori quest’anno ha puntato in maniera decisa su di te. Tu, dopo il Mondiale, hai speso bellissime parole per lui. Che rapporto hai con Adriano e quanto è stata importante la sua figura per la tua stagione?

«Le parole spese per Adriano dopo il Mondiale sono venute tutte dal cuore e penso che rispecchino meglio di ogni altra cosa il nostro rapporto. Ho avuto già dal primo anno la fortuna e il piacere di lavorare con lui. Fin da subito siamo entrati in sintonia, perché mi piace come ragiona e l’importanza che dà alla squadra. Per me è una delle persone più adatte al ruolo che ricopre in questa categoria. Tra gli U23 è vero che conta vincere e fare risultati, perché senza non passi professionista, ma in un certo senso conta ancora di più imparare e apprendere. E soprattutto il divertimento non deve mai mancare. Perché divertirsi alleggerisce tutto e non bisogna mai dimenticarsi che il ciclismo è uno sport. Se alcune volte non ti lasci andare e non ti diverti perdi tanto di questa esperienza».

Cosa ti hanno lasciato le corse fatte con la Nazionale?

«Credo che avere la fortuna di correre in eventi come il Mondiale e l’Avenir siano esperienze importantissime per i ragazzi della mia età. Prendere parte a questo tipo di gare, dove ti confronti con corridori stranieri e con circuiti nuovi, ti fa avere quella marcia in più. Quest’anno ho per la prima volta veramente capito l’importanza di misurarsi all’estero e non solo in Italia. Cosa che la Colpack fa da anni, ma che molte squadre italiane non fanno».

Giro Next Gen
Alessandro Romele vince la sesta tappa del Giro Next Gen (foto: LaPresse)

Hai corso gare estere di spessore come la Gand e la Parigi-Roubaix U23. Sono corse che ti piacciono e si addicono alle tue caratteristiche? Cosa trai da queste esperienze?

«Sì, sono corse molto adatte a me. La Parigi-Roubaix, soprattutto, era un mio sogno fin da piccolo poterla correre. Ora voglio tornarci per migliorare la prestazione. Cosa mi porto dietro? Che eventi di questo tipo non puoi improvvisarli, ma devi conoscere bene i percorsi e avere tanta esperienza, soprattutto nelle classiche del Belgio e sul pavé. Ad esempio a fine stagione sarò alla Paris-Tours, la quale è una gara storica nel circuito e che ho già corso lo scorso anno. Se nella scorsa edizione ho pagato l’inesperienza, quest’anno ci vado più convinto e consapevole di cosa mi aspetta».

Questa è stata la stagione della tua definitiva sbocciatura, dopo un primo anno tra gli U23 buono, ma senza acuti. Cosa ti ha fatto fare questo scatto? Quanto pesano i successi in corse come il Liberazione o il Giro Next Gen?

«Penso che lo scatto sia stato soprattutto a livello mentale, piuttosto che fisico. Però i tanti piazzamenti dello scorso anno dimostrano che da un punto di vista atletico c’ero già nella passata stagione. Però non ero ancora pronto mentalmente e penso che decisivo sia stato il primo successo alla Coppa Zappi. La corsa non è di primissimo piano, ma mi ha aiutato a liberarmi dalle pressioni, perché mi ha riportato alla vittoria che mancava da diverso tempo. Non è un caso se tre giorni dopo sono riuscito a vincere il Liberazione. In quel successo ho invece acquisito la consapevolezza di poter vincere anche su palcoscenici di alto livello e con parterre di primissimo piano».

Hai qualche rimpianto o rammarico in questa stagione?

«Rimpianti no. Forse un rammarico sì, per come sono andati il Mondiale e l’Avenir. Alla corsa iridata, a livello di team Italia, stavamo tutti veramente molto bene e sono sicuro che senza le cadute ci saremmo potuti divertire molto. Siamo invece stati costretti dalla sfortuna a fare una gara di rincorsa, ma senza tutti quei problemi avremmo potuto ambire al podio… forse anche al gradino più alto. Mentre all’Avenir la squadra è andata fortissimo, ma io ho avuto una congestione il giorno prima di partire e non sono riuscito a riprendermi completamente prima della quarta/quinta tappa. Per colpa di questo problema non ho potuto essere competitivo nelle frazioni a me più adatte».

Romele
Alessandro Romele, corridore della Colpack-Ballan

Il momento più bello e un aneddoto che ti porterai dietro di quest’anno?

«Il momento più bello è senza dubbio la tappa al Giro. Per il valore della corsa e per l’emozione della vittoria. Mentre non è proprio un aneddoto, ma penso che il ritiro al Sestriere fatto con Nazionale prima del Mondiale sia un qualcosa che mi porterò dietro per sempre. Abbiamo creato veramente un bel gruppo e le serate passate con i ragazzi a ridere, giocare e scherzare sono dei momenti che non dimenticherò. Ma che anzi penso che in qualche modo facciano anch’essi parte del mio percorso di crescita».

Per la prossima stagione hai qualche contatto o trattativa in corso per il passaggio tra i professionisti? O ti vedremo ancora con la Colpack?

«Non c’è ancora nulla di ufficiale e il mio procuratore sta ancora lavorando. Abbiamo avuto qualche problema con le tempistiche, ma sono sicuro e sereno che con i risultati che ho fatto non ci siano difficoltà a trovare una squadra».

A te piacerebbe seguire la strada sempre più battuta dai giovani d’oggi dei team Development o punti direttamente al professionismo? Magari in una squadra Professional?

«Ho diverse proposte da Team Development e riuscire a passare in una di queste squadre sarebbe importante per la mia crescita. Soprattutto se trovassi un progetto che mi assicurerebbe il passaggio nella squadra WorldTour dopo uno o due anni. Come dicevo prima, correre molto all’estero e confrontarmi con corridori di altre nazioni è importante per maturare e questi team hanno tutto per farmi fare ancora uno step in più. Però non mi dispiacerebbe e non escludo anche la possibilità di passare già professionista in qualche Professional. Anche perché molte di queste squadre fanno calendari WorldTour senza essere di quel livello. Quindi corri le stesse gare, ma con una pressione minore e con più spazio. Questo contesto, per un corridore come me, potrebbe essere addirittura migliore per svilupparmi».

Mentre qual è il tuo programma delle corse per il finale di stagione?

«Da domani al 13 settembre correrò il Giro di Puglia. Poi, se sarò convocato per l’Europeo, mi farebbe piacere provare a far bene su quel tracciato. Il primo ottobre farò il Piccolo Lombardia, dove anche lì punto alla vittoria. Infine chiuderò la stagione alla Paris-Tours».

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Alessandro Romele impegnato in una prova contro il tempo