Luca Giaimi, campione italiano juniores a cronometro: «Voglio una squadra che mi aiuti a crescere»

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Luca Giaimi, 18 anni, nuovo campione italiano juniores a cronometro
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Il nuovo campione italiano juniores a crono è Luca Giaimi. Talento classe 2005, originario di Alassio, anche se passa gran parte del suo tempo in Lombardia, Luca corre per il Team Fratelli Giorgi. Tutta la sua vita gira intorno al ciclismo.

«Amo così tanto questo sport che anche i miei hobby sono collegati alla bici. Sono un appassionato di meccanica e da sempre seguo tutti gli sviluppi e le innovazioni che riguardano questo mondo. Il mio tempo libero, da sempre, lo impiego studiando i nuovi materiali e le posizioni per andare più veloce».

Il prossimo anno passerai tra gli Under 23. Hai già trovato una squadra?

«No. Ho diverse offerte, ma non ho ancora preso la decisione definitiva. Però in questi mesi ho avuto diverse offerte. Mi sto prendendo il giusto tempo per valutare quale sia l’opzione migliore per me».

Ma c’è qualche progetto che ti ispira più di altri?

«In questo momento sono in stretto contatto con la Ineos-Grenadiers. Con loro ho già fatto due stage e, al momento, si tratta della soluzione che più mi affascina. Solo che non hanno né una squadra di sviluppo, né team collegati in Under 23. Per questo stiamo valutando insieme a loro quale potrebbe essere un percorso adatto per me. Vedremo se sarà quella la scelta definitiva, oppure se seguirò altre opportunità».

Quindi sei diretto verso l’estero?

«Non è detto. Stiamo ancora valutando e non abbiamo escluso nulla. Potrei magari fare uno o due anni in una squadra italiana e poi passare in Ineos. Però appunto c’è ancora poco di certo. Anche perché recentemente sono arrivate altre offerte da parte di team di sviluppo di squadre WorldTour, anche delle due nuove che apriranno l’anno prossimo. Quindi valuterò tutto con calma prima di scegliere definitivamente. Voglio andare in una squadra che mi permetta di svilupparmi al meglio sotto tutti gli aspetti».

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Luca Giaimi, vincitore della prova a cronometro per i campionati maschili juniores

Per te sarà importante trovare una squadra che ti possa aiutare a sviluppare nelle prove contro il tempo?

«Questa per me è quasi la priorità. Io penso di avere il potenziale per diventare un cronoman di livello e affermato. Quindi ho bisogno di una squadra che mi permetta di migliorare e poter competere con i migliori della disciplina. Guarderò con molta attenzioni i materiali e gli strumenti che mi offriranno i team interessanti per lavorare sulle cronometro. Ad esempio, la DSM, come la Ineos, punta molto su questi aspetti e i loro progetti mi intrigano molto».

Tu vai ancora molto forte anche in pista. La tua idea è quella portare avanti parallelamente la doppia disciplina?

«Tra gli Under 23 sicuramente. Più avanti vedremo… Ma non nascondo che a me piacerebbe poter portare avanti entrambe le strade, anche una volta arrivato tra i professionisti».

Siete in tanti giovani italiani che stanno facendo questa scelta. Ganna e Milan i più famosi. Ma anche under 23 come Pinazzi e Olivo stanno avendo buoni risultati, in entrambi i campi. Questo potrebbe essere un trend in evoluzione?

«Secondo me sì. Io ho tratto un grande vantaggio dagli allenamenti in pista, anche per migliorarmi a cronometro. Soprattutto mi ha aiutato nel trovare il posizionamento più adatto e ad accrescere la mia capacità di gestire gli sforzi. Quindi penso che la pista possa essere fondamentale per diventare un corridore completo su strada».

Qualche settimana fa hai vinto il campionato italiano juniores a cronometro. Purtroppo in Italia, a parte qualche eccezione, non abbiamo grandi specialisti della corsa contro il tempo. Come mai?

«Onestamente, non so il motivo. Però posso confermare che il livello in Italia è decisamente inferiore rispetto all’estero. Quest’anno ho corso una cronometro in Francia, una gara di Nation Cup, e ho sentito tanto il divario».

Questo è un vantaggio o uno svantaggio?

«Penso che non avere una grande competizione in casa sia un vantaggio per emergere, ma poi il confronto è a livello mondiale. Quindi alla lunga paghi la scarsa abitudine. Per me avere un livello maggiore in Italia aiuterebbe ad avere più stimoli e crescere più velocemente».

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Luca Giaimi del Team F.lli Giorgi (foto: Rodella)

Quest’anno hai corso sia la Gand, sia la Parigi-Roubaix juniores. Che sensazioni hai avuto? Potresti essere un corridore adatto per queste corse?

«Sì. Ho una struttura fisica adatta alle classiche del Nord. Sono un passista che su percorsi misti e molto duri, ma senza grandi salite, si trovo molto bene. Tutto ciò che può rende complessa una gara: strappi, ventagli, pavé… mi esalta. Non sono neanche malissimo in volata, però quelle in gruppi ristretti e con finale non semplice. Nei classici sprint di gruppo non ho chance».

Quale classica ti piace di più?

«Il Fiandre. Anche perché penso sia quella più adatta a me».

Programmi futuri?

«Correrò gli Europei di pista nell’inseguimento a squadre e individuale. Poi andrò a Livigno per fare un periodo di altura per preparare Mondiali di pista, strada e a cronometro».

Domanda finale: hai un idolo d’infanzia?

«Peter Sagan. Lo slovacco è il corridore simbolo della mia generazione e probabilmente il personaggio più estroverso che il ciclismo abbia conosciuto. Sagan ha saputo catturare ed esaltare il pubblico e noi ragazzi come nessun altro. È stato lui a farmi appassionare alla strada, visto che io ho iniziato da bambino con la mountain bike».

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Luca Giaimi con la maglia della Nazionale juniores (Foto: Freddy Guerin / DirectVelo)