GIRO D’ITALIA 2023 / Armirail e l’arte della fuga: la maglia rosa fu il primo a scappare dal covid

Armirail
Bruno Armirail in maglia rosa a Seregno (foto: LaPresse)
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Vi ricordate l’UAE Tour del 2020? Dovreste, perché fu la prima corsa ad essere interrotta (non furono disputate le ultime due tappe) per un’ondata di positività al covid, partita dalla UAE Team Emirates. In quei giorni Bruno Armirail cominciò a mostrare sintomi di raffreddore, così fu portato in isolamento. Per quattro giorni rimase chiuso in una struttura improvvisata in un vecchio (per quanto possano esserci cose vecchie negli Emirati) ospedale ormai in disuso.

A tutti i test il corridore francese risultò ripetutamente negativo. Intanto i suoi compagni di squadra erano bloccati nelle loro stanze d’albergo, con i pasti che venivano lasciati – in vassoi sigillati – fuori dall’uscio da addetti vestiti come acchiappafantasmi che poi scappavano veloci per non avere contatti con i corridori, come raccontò allucinato David Gaudu. Arnaud Démare raccontò a L’Equipe quelle giornate senza scappatoie. «Mangiamo, guardiamo la tivù e le serie su Internet, cerchiamo altre corse in bicicletta in giro per il mondo. Andiamo a letto più tardi del solito».

Ci vollero diversi giorni prima che il consolato francese riuscisse nell’impresa di fargli avere i rulli per allenarsi. Fino a quel momento i corridori usavano tutto quello che trovavano nelle loro stanze per saltare, fare pesi, tenersi in qualche modo attivi. Organizzarono una piccola ma indimenticabile edizione dei Giochi Olimpici nei corridoi.

Intanto dopo quattro giorni, ostinatamente negativo e sempre più furioso, Armirail fu congedato. Cominciò a vagare per le strade di Abu Dhabi, trovò l’albergo della squadra – il lussuoso W Hotel – ma gli furono impediti l’ingresso e qualsiasi contatto. Non gli permisero neanche di riavere i suoi bagagli, i suoi oggetti personali, il telefono. Così, vestito con i pantaloncini e la maglietta, in qualche modo scappò dall’isola di Yas e riuscì a raggiungere l’aeroporto e a imbarcarsi su un volo per Parigi, e da lì poi raggiunse Pau, sfuggendo a una trama che stava diventando troppo grande. Un artista della fuga come lui non poteva non prendere la maglia rosa – la cosa più grande della sua carriera – al termine di un’altra fuga. Il ciclismo sa essere molto romantico.