
«Io la famosa tappa del Gavia non l’ho fatta – racconta Moreno Argentin – ma ero all’arrivo e ho visto delle scene che non si possono dimenticare. Chioccioli era assiderato, tanti altri non riuscivano a parlare e a stare in piedi. Ecco, forse quel giorno si andò troppo oltre. Quel giorno e non solo, ad essere sinceri».
Ma non oggi, Moreno: non c’erano condizioni proibitive.
«Esatto, il problema è proprio questo: oggi la tappa poteva disputarsi regolarmente. Anzi, è stata fin troppo brava Rcs ad andare incontro alle richieste dei corridori».
Perché lo ha fatto?
«Semplicissimo, perché Vegni ha intuito che il gruppo è stanco e provato, e magari temeva ulteriori ritorsioni nella terza settimana. I corridori oggi non hanno fatto una bella figura».
Perché Moreno?
«Perché il mestiere del corridore è questo e va fatto fino in fondo, a maggior ragione quando non capitano giornate folli come oggi. Chi partecipa al Giro accetta anche questo, o perlomeno dovrebbe. Troppo comodo cambiare idea all’ultimo minuto e mettere in croce l’organizzatore».
Ma la parte più delicata, la Croix de Coeur, è rimasta.
«Secondo me c’è talmente tanta stanchezza in gruppo che ai corridori non è dispiaciuto saltare più di metà tappa, anche se non corrispondeva alle loro richieste. E poi, se fosse stata tolta la Croix de Coeur, la frazione sarebbe stata stravolta».
E invece?
«Invece dico che il Giro è ancora talmente lungo e duro che i valori reali emergeranno ugualmente e naturalmente. Però oggi i corridori, lo ribadisco, non hanno fatto una bella figura: dovevano partire e al massimo fermarsi e chiedere modifiche sul percorso solo e soltanto in caso di difficoltà estreme».