L’altro giorno è stato prezioso alleato di Michael Matthews per la prima vittoria di tappa in questo Giro d’Italia del corridore australiano. Oggi, forse anche spinto dai tifosi italiani che non vogliono vedere la maglia tricolore troppo al servizio di altri, Filippo Zana si è messo in proprio, cogliendo un buon terzo posto dietro a Ben Healy, assoluto dominatore della tappa dei muri marchigiani, e Derek Gee.
Entrare in fuga oggi non è stato facile.
«Direi durissimo. Il gruppo non ci lasciava andare via e abbiamo corso la prima ora senza soste a medie folli. Poi sono stato bravo a cogliere l’attimo a entrare nell’azione decisiva. Segno che le gambe stanno iniziando a girare come volevo».
Cosa ti è mancato per seguire Healy?
«Avevo risposto all’attacco, non mi ero fatto trovare impreparato, ma andava davvero troppo forte. Il ritmo che aveva imposto era altissimo e non volevo andare fuorigiri per provare a stargli dietro. Pensavo che in cinque avremmo potuto collaborare per rientrare su di lui, ma non abbiamo trovato l’accordo».
Ci riproverai?
«In salita sento di stare bene, quindi perché no? Il Giro d’Italia è l’evento clou della mia stagione e mi sono preparato per questo appuntamento. Poi devo onorare la maglia tricolore che indosso. Allo stesso tempo abbiamo qui due capitani di assoluto spessore come Matthews e Dunbar che hanno obiettivi importanti».