Amadori sul Giro Next Gen: «I giochi non si chiuderanno sullo Stelvio e credo che Pellizzari possa arrivare in alto»

Pellizzari
Giulio Pellizzari in azione al Tour of the Alps 2023 (foto: Molineris)
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Nell’attesa di partire per la Polonia, dove dal 24 al 28 maggio la sua nazionale parteciperà all’Orlen Nations Grand Prix, Marino Amadori ha avuto modo di partecipare alla presentazione del percorso del Giro d’Italia Next Gen, in programma dall’11 al 18 giugno. Anche, se non soprattutto, da quella settimana usciranno alcuni di quei nomi sui quali Amadori punterà nella seconda parte della stagione, tra mondiali, Avenir ed europei.

«Il disegno mi pare eccellente, non manca nulla: una cronometro individuale, una volata praticamente scontata, due tappe dure in cui si deciderà la classifica generale e quelle che restano le definirei miste, che strizzano l’occhio tanto agli attaccanti quanto ai finisseur e ai velocisti resistenti».

Marino, si parte con la cronometro di Agliè: 9,4 chilometri impegnativi soltanto nel finale.

«Per quanto riguarda i nostri, diciamo che non c’è sovrabbondanza di cronomen. Tutti i nomi che faremo, almeno per adesso, sono scritti sulla sabbia, perché dobbiamo aspettare quantomeno la lista degli iscritti. Diciamo che in una prova del genere potrei aspettarmi qualcosa da Montefiori, uno dei migliori italiani in materia, e magari da Bagatin. Non escludo nemmeno Moro, il quale pur non essendo uno specialista potrebbe ben comportarsi in una prova breve come questa».

Una volata sulla carta scontata, quella di Magenta, mentre il traguardo di Povegliano i velocisti dovranno essere bravi a conquistarselo, perché il Valico della Fricca in apertura potrebbe scompaginare le tattiche di gara.

«E’ vero che le corse degli Under 23 sono spesso imprevedibili, ma mi stupirei se nella frazione di Magenta non arrivasse la volata di gruppo. Un bel banco di prova per Pinazzi, che potrebbe essersi definitivamente sbloccato coi successi alla Vicenza-Bionde e al Circuito del Porto. Ma non scordiamoci degli altri, mi vengono in mente Persico e Bruttomesso, che per le caratteristiche che hanno potrebbero resistere anche su percorsi più impegnativi».

Al quarto giorno l’arrivo in cima allo Stelvio, che verrà scalato dal versante di Bormio. Non c’è il rischio che la battaglia per la classifica generale si chiuda anzitempo?

«Sicuramente ci saranno dei distacchi notevoli ed è possibile che la situazione si delinei con nettezza. Ma non scordiamoci che la settima e penultima tappa è l’altra di montagna: 175 chilometri con San Boldo, Nevegal, Malga Cate e l’arrivo in quota sul Pian del Cansiglio. Lo Stelvio regalerà spettacolo, ma l’inerzia della gara potrà ancora essere ribaltata».

Quali sono gli scalatori italiani che aspetti al varco?

«Mosca e Crescioli possono mettersi in mostra su un palcoscenico internazionale e su un terreno a loro congeniale. Meris potrebbe raccogliere un bel piazzamento, perché no, ma io credo che saranno i ragazzi della Green Project-Bardiani a poter competere coi grossi calibri stranieri. Martinelli è una garanzia, Pinarello sta maturando, ma forse ora come ora il più forte in salita è Pellizzari. Ha sfiorato il Recioto e una tappa dura del Tour of the Alps, ieri ha chiuso al secondo posto la Carpathian Couriers Race. Credo possa disputare un bel Giro d’Italia».

Chi è il tuo favorito principale?

«Impossibile dirlo adesso, dovrei avere sottomano delle liste più affidabili. Al via ci saranno i migliori vivai del mondo, formazioni talentuose e strutturate che non hanno problemi a prendere in mano la corsa. Sanno come si fa, insomma. Se proprio devo nominarne una, inevitabilmente dico la Jumbo-Visma. Non so su chi punteranno, ma potenzialmente possono schierare un vero e proprio squadrone: Graat ha vinto il Recioto, Hagenes la Parigi-Tours dello scorso anno, Ryan è arrivato quarto all’Avenir nel 2022, Staune-Mittet ha fatto suo il Belvedere un mese fa e nella passata stagione ha chiuso secondo all’Avenir e primo alla Ronde de l’Isard. Credo che i fari saranno loro».

Complessivamente, Marino, un Giro d’Italia completo e variegato ma non eccessivamente difficile. Credi che le polemiche dello scorso anno, specialmente quelle inerenti alla famosa terza tappa, abbiano influito?

«Non saprei. Sicuramente è un tracciato meno impegnativo rispetto a quello della passata stagione, ma sulla validità non ho dubbi: non penso che Rcs abbia bisogno di particolari consigli, nel disegno dei percorsi sono dei maestri. Il livello della gara è altissimo, sono sicuro che assisteremo ad una bella corsa».