Roglic sul Teide sogna il Giro: «Sono più rilassato che in passato. Evenepoel l’uomo da battere, ma occhio alle sorprese»

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Primoz Roglic alla Tirreno-Adriatico ha vinto ben tre tappe (foto: LaPresse)
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Nonostante abbia vinto la Liegi nel 2020, diventando il primo sloveno a conquistare una classica monumento, Primoz Roglic non si è presentato ai nastri di partenza della Doyenne quest’anno. Una scelta difficilmente condivisibile, visto che il suo rivale numero uno per il Giro d’Italia, Remco Evenepoel, c’era e ha anche vinto.

Immerso nel suo ritiro sul vulcano Teide, il corridore della Jumbo-Visma ha risposto alle domande dei giornalisti in una conferenza stampa molto interessante, la prima non poteva che essere sulla Liegi. «Penso solo ed esclusivamente al Giro. La terza settimana sarà durissima e io non voglio arrivarci stanco. Per Remco è la Doyenne è la gara di casa, non perde giorni di viaggio, mentre io devo salire in Belgio e poi tornare, mancando a giorni di allenamento fondamentali».

Certo non si può dire che Roglic quando corre non sia competitivo. Nel 2023 ha partecipato solamente alla Tirreno-Adriatico e alla Vuelta a Catalunya, vincendo entrambe le corse, quest’ultima in un duello proprio con Evenepoel. Fin dalla Corsa dei due Mari, però, lo sloveno è apparso molto diverso rispetto agli anni precedenti. Più rilassato e con meno pressioni addosso. «Credo sia dovuto agli anni che passano. Sono più vecchio e tranquillo. Con o senza Giro, la mia vita andrà avanti».

È curioso il fatto che sia Roglic sia Evenepoel si trovano nello stesso hotel sul Teide. «L’ho incontrato molte volte sia in giro per l’isola, sia in hotel dove spesso capita di condividere il momento della colazione. La mia giornata tipo? Colazione alle 8, in bici alle 9.30 o alle 10.00 con sessioni dalle due alle sette ore. Poi massaggi, cena e una buona dormita. Questo ripetuto per tanti giorni. Bisogna cercare di divertirsi, godersi la pace che si ha qui».

Sul suo stato di forma, lo sloveno preferisce non sbilanciarsi troppo. Le cose comunque sembrano andare avanti come da programma. «Non sappiamo cosa accadrà. Considerando l’inizio di stagione, credo in quello che stiamo facendo e sarò pronto per la Grande Partenza. Sono arrivato al punto di fidarmi più delle sensazione che dei numeri: sto aspettando con impazienza l’inizio della corsa».

Roglic comunque non aspetta solamente Evenepoel al varco. Come il Giro d’Italia insegna, le sorprese sono dietro l’angolo. «Ci sono tanti corridori di qualità nel ciclismo moderno e sono le piccole cose che decidono le corse. Bisogna essere sempre concentrati, ricordate Carapaz con me e Nibali nel 2019? Devo pensare a me stesso».

Ma tuffiamoci sul percorso del Giro. Si parte con una cronometro di 18 chilometri che consegnerà subito la prima maglia rosa. «È importante iniziare bene, ma neppure prendersi troppi rischi per una manciata di secondi. La corsa è lunghissima, ventuno giorni sono interminabili e giorno dopo giorno svilupperemo delle tattiche di gara. Sarebbe bello indossare la maglia già il primo giorno, ma ci sono Ganna e lo stesso Evenepoel. L’importante sarà essere in rosa a Roma».

Roglic ha poi spiegato di non essere andato in ricognizione sul percorso di nessuna tappa. Conosce bene però la salita del Monte Lussari, dove il penultimo giorno si affronterà una durissima cronoscalata. «Ci ho sciato molte volte, salendo però con la funivia. Mi aspetto un grande spettacolo e poi siamo vicini alla Slovenia, sono sicuro ci saranno tanti tifosi».