Nicolas Gomez: «Io, velocista di punta della Petroli Firenze. È la mia ultima occasione per passare professionista»

Nicolas Gomez dopo la vittoria al Criterium Montelupo Fiorentino
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Dopo un’ultima stagione con cinque vittorie e tanti piazzamenti di prestigio, quest’estate Nicolas Gomez pensava fosse tempo del grande salto. Il colombiano classe 2000, però, nonostante i diversi contatti avuti anche con team World Tour, non è riuscito a trovare una squadra con cui passare professionista. Nicolas ha  deciso di cambiare: dopo quattro anni vissuti con il Team Colpack, infatti, il corridore colombiano si è accasato alla corte di Matteo Provini per il suo primo anno da élite.

Questa scelta deriva dal fatto che il ragazzo cercava una formazione che gli desse la possibilità di essere il velocista di riferimento del team. In questi primi mesi Gomez non ha vinto tanto quanto lo scorso anno, per ora l’unico successo è stato al Criterium Montelupo Fiorentino. Però ha trovato la continuità che cercava e una buona intesa con i compagni.

Nuovo anno e nuova squadra per te. Come ti stai trovando al team Petroli-Firenze?

«A essere onesto pensavo andasse peggio. Invece mi sto trovando molto bene con tutta la squadra».

Ti sei sentito accolto dal team?

«Sì. Ho legato subito con i compagni, con lo staff e soprattutto con Provini».

Com’è il legame con lui?

«Lui è un pazzo come me. È molto diverso dagli altri direttori sportivi. È questo quello che più mi piace di lui. Poi, con Provini sono più tranquillo, perché se c’è un problema o qualcosa che non va sono sicuro che lui me lo viene a dire in faccia, senza farsi troppi problemi. Ma soprattutto sono sicuro che non ne parla alle mie spalle».

Questo è quello che cercavi quando hai cambiato squadra? Volevi un ambiente dove trovarti più a tuo agio e che ti permettesse di lavorare meglio?

«Sì. È assolutamente questo che mi serviva e ciò che io cercavo quando ho deciso di cambiare squadra. Soprattutto perché un ambiente così mi fa lavorare meglio e con più tranquillità».

Questo per te questo è il primo anno come élite. Cosa è cambiato nella tua preparazione?

«La preparazione di quest’anno l’abbiamo pensata insieme a Provini, ma non è cambiata molto rispetto agli altri anni. Lui mi mandava gli allenamenti da svolgere e io li facevo. L’unica vera variazione sono stati i chilometri da fare in bici e i pesi in palestra, che sono aumentati entrambi».

Preparazione che come al solito hai fatto a casa tua in Colombia. Ma gli allenamenti in bici li facevi sempre da solo o c’era qualcuno dalle parti di casa tua con cui pedalavi?

«No, ero sempre in compagnia. Dalle mie parti ci sono molti ciclisti, anche diversi professionisti che d’inverno tornano in Colombia per la preparazione stagionale e io ho cercato di uscire in bici il più possibile con loro».

Nicolas Gomez festeggia dopo la vittoria al Criterium Montelupo Fiorentino

Con chi ti sei allenato di più?

«Proprio vicino casa mia abita Paula Patiño del Team Movistar femminile, con lei ci alleniamo spesso. Poi ci sono diversi corridori che militano nelle squadre professioniste colombiane con cui da sempre esco in bici. A volte riesco a trovare anche corridori di squadre World Tour come Uran, Higuita o Alvaro Hodeg. È sempre bello poter pedalare con loro».

La scorsa estate hai parlato con qualche squadra professionistica, ma poi non sei riuscito a passare tra i pro. Quest’anno ti senti più pronto per fare questo grande passo?

«Sì, sono pronto. Questo è il mio ultimo anno, la mia ultima occasione per passare professionista. Sto correndo per raggiungere questo obiettivo, mi sto impegnando al massimo e dentro di me sento che questo sarà l’anno giusto».

Hai già avuto qualche contatto con qualche squadra?

«No, ancora è presto. Però Hopplà fa lo sponsor anche al Team Corratec, quindi già quello potrebbe essere un vantaggio in più per me, soprattutto per farmi notare».

Per quanto riguarda il tuo inizio di stagione hai già raccolto tanti piazzamenti, ma qualche vittoria in meno rispetto alla scorsa stagione. Tu come valuti questi primi mesi?

«Lo scorso anno avevo il vantaggio di trovarmi in una squadra per cui correvo da quattro anni. Quindi con il treno ci conoscevamo molto bene e abbiamo reso tanto fin da subito, anche perché non c’era molto da dire o da sistemare. Mentre quest’anno, con la nuova squadra, abbiamo avuto bisogno di un paio di aggiustamenti prima di trovare il miglior assetto. Inoltre è vero che lo scorso anno avevo vinto di più in questo momento della stagione, ma ero stato meno regolare. Quest’anno, oltre alla vittoria, ho invece già racimolato quattro terzi posti e nove top 10».

Quando correvi per la Colpack eravate tre/quattro uomini a dividervi le volate, quindi spesso dovevi lavorare anche per gli altri. Mentre qui sono tutti per te. Questa continuità può essere data dal fatto che alla Hopplà sei il velocista di punta?

«Sicuramente questo aiuta. Sono molto contento di questo ruolo che mi è stato dato e tutti i compagni sono favolosi nel sostenermi nel miglior modo possibile… anzi lavorano anche troppo bene secondo me (ride, ndr). Scherzi a parte, abbiamo trovato un’ottima intesa con i componenti del mio treno. Ora è arrivato anche Tsarenko, un nuovo velocista dall’Ucraina, che ha un bel motore e sarà sicuramente un ottimo rinforzo».

Quali saranno i tuoi prossimi impegni? Hai un obiettivo primario?

«Tengo tanto al Circuito del Porto che si corre il 1° maggio. In questa corsa ho fatto già secondo nel 2019 e nella scorsa stagione. Quindi voglio confermarmi lì, magari centrando la vittoria».