GIRO DELLE FIANDRE 2023 / Maciejuk nella bufera dopo aver fatto cadere mezzo gruppo. Stuyven: «Un idiota, l’UCI faccia qualcosa»

Maciejuk
Filip Maciejuk fuori strada prima di rientrare in gruppo e travolgere diversi corridori al Giro delle Fiandre 2023
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Filip Maciejuk, polacco, 23 anni, è il corridore della Bahrain Victorious che ha provocato quella tremenda caduta di gruppo durante il Giro delle Fiandre. Anche Peter Sagan e Wout Van Aert sono finiti a terra lì, prima dell’Oude Kwaremont.

Maciejuk per il momento non si vedrà in gara. Il corridore è stato immediatamente squalificato dai commissari UCI e poi si è sentito molto male per la caduta che ha causato. «Volevo passare su un marciapiede in pavé, ma improvvisamente quelle pietre si sono trasformate in un ciglio erboso. Non sapevo che fosse così fangoso, ho perso il controllo del manubrio, non potevo fermarmi e sono caduto nel gruppo», ha detto Maciejuk.

Chi ha avuto le conseguenze più pesanti è stato Tim Wellens, che si è rotto la clavicola e ha fatto in qualche modo da cuscino per Maciejuk. Che infatti non è caduto. «Si è rotta solo la mia ruota, mi sento una m… Voglio scusarmi ancora con tutti. Mi sento triste. Non era la mia intenzione. La mia testa non è sulle corse in questo momento. Devo lasciarlo assorbire per un po’». I suoi compagni di squadra Matej Mohoric e Nikias Arndt lo hanno difeso. «Filip non è stato l’unico a tentare il sorpasso», ha detto lo sloveno. «Nei prossimi giorni gli daranno molte colpe. Gli ho consigliato di evitare i social per un po’».

Uno che ha parlato chiaro è stato Jasper Stuyven, anch’egli caduto. «Non intenzionalmente? Penso che sia troppo facile discolparsi così. Quell’idiota avrebbe dovuto semplicemente frenare invece di insistere per saltare. Spero che l’UCI lo penalizzi ulteriormente. Se considerano la sicurezza così importante, possono fare qualcosa dopo un’azione così stupida».

Anche lo spagnolo Carlos Verona ha risposto via social alle scuse di Maciejuk: «Purtroppo al giorno d’oggi non sei solo tu a correre troppi rischi nel gruppo. Questo sport sta diventando sempre più pericoloso per comportamenti come il tuo oggi e spero che l’UCI inizi a fare qualcosa perché non c’è più rispetto nel gruppo!». A Verona ha ulteriormente risposto Alice Maria Arzuffi, che ha voluto estendere il discorso anche al gruppo femminile. «Ad ogni gara ci sono così tante cadute, una follia. Nessun rispetto per gli altri, si prova tutto il possibile (e soprattutto l’impossibile) per arrivare davanti».