Amadori sulla Gand: «Bravi Pinazzi e Oioli, peccato per Moro ed Epis. Per il Piva vedo bene Foldager»

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Marino Amadori, commissario tecnico della nazionale Under 23
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Con un volo Bruxelles-Linate, ieri sera alle 22:15 Marino Amadori e i suoi azzurri sono rientrati da una Gand-Wevelgem strana, diversa dal solito.

«Il tempo era da lupi: pioggia, non più di otto gradi. Le prime tre ore sono andate via a quasi 46 chilometri orari di media. Per assurdo, però, c’era pochissimo vento. Anzi, a volte mancava del tutto. Inusuale, considerando che si sta parlando della Gand. Non avrei mai pensato di dirlo, ma col senno di poi ci avrebbe fatto comodo. Non siamo mai contenti…».

Perché, Marino?

«Dopo una settantina di chilometri, nonostante un vento praticamente assente, certe squadre hanno comunque provato ad aprire un ventaglio. E contro ogni pronostico ci sono riuscite, spaccando il gruppo. Si sono avvantaggiati in venticinque e gli unici italiani che facevano parte del tentativo erano Pinazzi e Oioli, che per l’occasione correvano con me. Quel tratto l’avevo segnalato ai ragazzi, succede sempre qualcosa, quindi lo sapevano: ma sono stati ugualmente bravi».

E poi cos’è successo?

«Che la Danimarca era rimasta fuori dal gruppetto e quindi s’è messa in testa al gruppo per chiudere. Insieme alla Soudal, che davanti ne aveva soltanto uno. Credevo fosse l’azione giusta, sono sincero: erano arrivati ad avere fino ad un minuto e mezzo di vantaggio. Sono rimasti in avanscoperta, poi a circa quaranta chilometri dal traguardo si sono mossi i corridori che si sono giocati il successo».

Tra i quali anche Buratti, secondo con qualche rammarico.

«Da quello che ho capito l’hanno messo nel mezzo perché non volevano portarselo dietro allo sprint, altrimenti probabilmente ce l’avrebbe fatta. Però dev’essere contento del risultato ottenuto perché è arrivato al termine di una gara prestigiosa, internazionale e molto dura, anche se mancavano alcune grandi squadre. Buratti ha capito che stagione lo aspetta: non deve puntare a vincere ogni garetta, ma mettersi in mostra e cercare conferme in contesti importanti».

Nicolò Buratti in una foto d’archivio alla fine della scorsa stagione (foto: Photors)

Sei soddisfatto della prova dei tuoi?

«Come ho detto, è stata una corsa molto combattuta e anomala, tutti si aspettavano il vento e invece ci sono stati freddo e pioggia. Conforti e D’Amato non sono mai entrati in gara perché hanno sofferto il meteo, Epis è caduto sbattendo un braccio contro un paletto. Moro, senza un guasto meccanico che lo ha appiedato, secondo me avrebbe potuto provare a rimanere davanti coi migliori. Di Oioli e Pinazzi ho già detto: bravi entrambi, ho trovato brillante la loro prova».

Di Pinazzi parli bene da settimane: un velocista puro ancora acerbo e con molti margini di miglioramento.

«Assolutamente. Già portare a termine la gara di ieri era un obiettivo: ci sono riusciti in cinquantasei, tutti gli altri ritirati. E Pinazzi ce l’ha fatta, nonostante le energie spese per entrare nel ventaglio. L’ho visto muoversi bene, secondo me con le giuste esperienze può capire in fretta in che direzione va il suo futuro. Continuerà a frequentare la pista, ci mancherebbe, ma siccome vuole scommettere anche sulla strada mi sembra giusto aiutarlo e dargli qualche chance. Difatti vestirà di nuovo la maglia azzurra al Circuit des Ardennes, in programma dal 6 al 9 aprile».

Tu rimarrai in Italia, mentre in Francia ci sarà Mario Scirea. Su chi avete deciso di puntare?

«I corridori sicuri del posto sono quattro. Oltre a Pinazzi ci sarà Bruttomesso, un bel talento che tuttavia ha bisogno di crescere e di affrontare sfide di un certo livello. Ho visto che ieri si è ritirato: peccato, ma sinceramente non so cosa possa essergli successo, quindi non mi sbilancio. Poi ci saranno due elite, Zurlo e Nencini, primo e terzo sabato alla Fiera della Possenta. Per gli altri due posti dobbiamo ancora decidere: Portello e Pezzo Rosola sono nomi interessanti ma devo fare certe valutazioni, avrò bisogno anche di qualcuno disposto a prendere vento in faccia, non posso allestire una formazione fatta solo e soltanto di atleti che puntano alla vittoria».

Anders Foldager al GP Sportivi di Briga Novarese dello scorso anno (foto: Rodella)

Domenica, invece, in Italia ci sarà il Trofeo Piva. Chi è il tuo favorito?

«Per quello che ho visto ultimamente, secondo me Foldager della Biesse-Carrera. E’ adatto al percorso e ha raccolto bei risultati. Per quanto riguarda gli italiani, mi vengono in mente De Pretto, Buratti e Villa. E se la Green Project dovesse convocarli, attenzione a Martinelli e Pinarello. Vista l’assenza delle formazioni di sviluppo più forti, i nostri ragazzi hanno una bella opportunità».

Marino, solitamente queste prime gare internazionali servono ad inquadrare quelli che saranno i corridori da tenere maggiormente in considerazione ad europei e mondiali. Ti sei fatto qualche idea?

«La domanda cade a fagiolo, visto che da domani a giovedì sarò a Glasgow a vedere il percorso iridato insieme a Bennati, Sangalli e Velo. Sicuramente Segaert, promosso dalla Lotto-Dstny nella formazione principale appena un mese fa, ma ancora interessato a perseguire certi obiettivi anche tra gli Under 23. Poi ci metto Uhlig, terzo ieri alla Gand e vincitore del Liberazione l’anno scorso, e anche Gelders, il primo di ieri, che nel 2022 aveva centrato una tappa al Giro battendo Meris. Gli altri nomi grossi li scopriremo strada facendo, ma di certo chi arriva davanti in gare come la Gand-Wevelgem merita attenzione».