Per l’ultima tappa del Tour Down Under torna il caldo estivo dei giorni migliori. Il menù prevedeva il Mount Lofty (1,5 chilometri al 6,8 per cento di pendenza media) da ripetere cinque volte. Poteva essere una tappa da sprinter resistenti, ma il ritmo con cui è stata affrontata l’ha resa una giornata da scalatori.
La prima fuga di giornata composta da tredici corridori non ha mai preso il largo. Dentro c’erano Hepburn, Lapeira, Brustenga, Bidard, Lafay, Gaze, Swift, Roosen, Jacobs, Hamilton, Dinham, Le Berre e Haller. Partiti dopo venti chilometri, sono stati ripresi ai meno 30 dall’arrivo.
Dieci chilometri più tardi, sull’onda di una serie di allunghi ci ha provato anche Mattia Cattaneo e per qualche attimo la sua azione è sembrata quella buona. Invece il gruppo si è ricompattato, tirando il fiato, per il gran finale.
A duemila metri dall’arrivo è stato Simon Yates, secondo in generale, a rompere gli indugi. Lo hanno seguito O’Connor e Vine, il leader della classifica. Troppo breve la salita per fare la differenza nei confronti di un Vine così brillante e allora ai tre non resta che giocarsi la tappa. O’Connor, forse sbagliando, passa in testa prima che lo sprint venga lanciato e perde subito contatto quando Yates si muove.
La volata tra il britannico e Vine è serratissima e alla fine prevale Yates, che regala così un successo ad una Jayco sempre protagonista (e sfortunata con Matthews).
Jay Vine, Uae Emirates, fa sua la classifica finale, precedendo Yates e Bilbao. A Matthews la graduatoria dei punti, a Sheffield quella dei giovani e a Honoré quella degli scalatori. Miglior italiano Antonio Tiberi della Trek-Segafredo, quarto oggi sul Mount Lofty e ottavo in generale.
