Morte Rebellin / Gogna in rete per la società di trasporti tedesca in attesa degli esami disposti dalla Procura

Rebellin
Davide Rebellin, morto a 51 anni per essere stato investito da un camionista in allenamento
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In attesa degli esami irripetibili disposti dalla Procura e dell’esame autoptico sul corpo di Davide Rebellin, la rete e il mondo social si sono scatenati contro Wolfgang Rieke, il camionista che ha travolto e ucciso il campione senza soccorrerlo, e contro l’azienda di trasporti Rtr – di proprietà del fratello di Rieke, Jurgen – in cui Wolfgang figura come capo ufficio.

Ora anche la società rischia grosso. «Affidate i vostri camion a persone spericolate e mostruose. Vergognatevi. La decisione che è stata presa dal dipendente è indicibile quanto atroce e disumana»; «Vi meritate di fallire e smettere per sempre»; «Date lavoro a degli assassini sulla strada»: sono alcuni dei commenti che si possono leggere su internet e sul sito dell’azienda di spedizioni, specializzata in viaggi in Italia. E proprio questo rischia di costare caro all’impresa e ai suoi dipendenti.

«Negli ultimi anni lo stesso autista ha provocato incidenti gravi dove gli è stata ritirata la patente. Spero di non vedere più questa società in Italia»; «In Italia solo per costituirvi… non vi vogliamo più vedere»; «Mai più i vostri Tir in Italia», scrivono gli utenti nei commenti, per una volta con nome e cognome. C’è chi ha postato il numero di telefono dell’impresa nella speranza che in tanti tempestino il centralino di telefonate per rendere impossibile la vita alla Rtr.

Intanto l’avvocato Nicola Canestrini ha spiegato a ”il Dolomiti” che il camionista non può sfuggire alle autorità italiane solo perché rifugiatosi in Germania. «I confini Ue da un pezzo non sono più un ostacolo», ha detto il legale, aggiungendo che la mancanza del reato di omicidio stradale nell’ordinamento tedesco “non è un problema” in questo contesto.