Volpi tra gioie e dolori: «Landa e Mohoric che classe, Colbrelli che peccato, Milan che talento»

Volpi
Alberto Volpi in una foto d'archivio al Giro di Lombardia 2021
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La stagione della Bahrain-Victorious è stata lunga e altalenante. Da una parte le soddisfazioni: il trionfo di Mohoric alla Sanremo, i podi di Landa al Giro e al Lombardia, le belle prestazioni di Bilbao, Buitrago e Milan. Dall’altra, invece, le delusioni: un Tour sottotono, un Caruso impalpabile nella seconda parte dell’anno, il dramma umano ancor prima che sportivo che ha toccato Sonny Colbrelli, costretto al ritiro. In ammiraglia, nel bene e nel male, c’era Alberto Volpi.

Alberto, come stanno passando queste settimane?

«In questo periodo si lavora senza sosta in vista del 2023. Stiamo organizzando il primo incontro fra le parti tecniche della squadra, si terrà a Codognè, mentre il primo vero ritiro con l’intero organico sarà a dicembre».

Come valuti la stagione appena conclusa?

«Non siamo delusi, abbiamo avuto una piccola flessione soltanto al Tour. I ragazzi hanno sempre mostrato il massimo impegno e la massima serietà, abbiamo vinto più di venti corse arrivando nelle prime otto squadre al mondo. Non un risultato esaltante ma nemmeno negativo, considerando che è mancato l’apporto di qualche corridore. Uno su tutti Sonny Colbrelli, dal quale abbiamo sempre ricevuto un certo bottino di vittorie e risultati».

A proposito di Colbrelli, abbiamo appreso la notizia del suo ritiro.

«L’argomento Colbrelli è molto delicato, preferirei soffermarmi sugli aspetti tecnici e non entrare nel merito delle questioni che purtroppo ne hanno frenato l’attività. Sicuramente per noi è stata una perdita sia sul lato umano che su quello tecnico, visto che era uno dei nostri riferimenti».

La gioia di Sonny Colbrelli per la vittoria della Parigi-Roubaix 2021

Passiamo a Landa: una buona stagione per lui, col terzo posto al Giro e al Lombardia. Preferivate meno costanza e qualche acuto in più?

«Landa ha disputato una stagione solida. Vincere chiaramente è quello che conta, ma comunque ha confermato le attese e le sue qualità che non scopriamo certamente oggi. Le stesse che, quand’è in forma, lo collocano al pari dei migliori al mondo. Chiaramente avrei preferito un acuto tra Giro o Lombardia, ma la sua resta comunque una buonissima stagione».

Che idea ti sei fatto dei percorsi del Giro e del Tour? C’è la possibilità di rivedere Caruso al Giro?

«Non abbiamo ancora definito i programmi. Stiamo facendo una verifica sui percorsi e sulle loro peculiarità. Il Tour ha pochi chilometri a cronometro rispetto al passato e questo sarà un dato importante da prendere in considerazione. Nelle prossime riunioni chiariremo chi saranno i nostri leader per le tre grandi gare a tappe: abbiamo l’imbarazzo della scelta».

Mohoric cercherà il bis alla Sanremo oppure avrà nuovi obiettivi nella campagna del Nord?

«I programmi, come detto, non sono stati stilati. Sicuramente, però, Mohoric sarà una delle punte per la primavera: ha una classe cristallina e secondo noi ogni classica di quel periodo può essere alla sua portata».

Mohoric
Matej Mohoric con il trofeo della Milano-Sanremo dopo la vittoria dell’edizione 113 di quest’anno

A che punto del loro percorso di crescita sono arrivati Milan e Zambanini?

«Milan, già lo scorso anno in pista e quest’anno anche su strada, ha dimostrato delle qualità fuori dal comune. A 22 anni, con quanto fatto vedere in entrambe le discipline, mi viene da pensare che abbia davanti a sé un futuro roseo sia su pista che su strada. Al pari di Zambanini, per noi una sorpresa: si è dimostrato già un professionista affidabile, ha finito la Vuelta e ha partecipato a Gran Piemonte e Lombardia, inserendosi già in maniera perfetta nella squadra. Ovviamente deve ancora crescere, ma da parte nostra la fiducia è assoluta».

Pensando al 2023, quali saranno i nuovi volti?

«E’ arrivato Miholjevic, a testimonianza del fatto che la squadra crede e punta sui giovani. Abbiamo preso un altro italiano, Pasqualon, un uomo di esperienza e di assoluto valore per le gare di un giorno e per le volate a ranghi ristretti. Sicuramente abbiamo una squadra competitiva su tutti i terreni: abbiamo giovani che si stanno affermando come Wright e Buitrago, e una pattuglia meno giovane capitanata da Caruso. E poi ci sono Haig, Mäder, Landa, Mohoric e Bauhaus, tanto per citarne alcuni».

Come giudicate il primo anno di collaborazione con il Cycling Team Friuli, la vostra squadra satellite? 

«Stiamo seguendo molto da vicino il progetto con i preparatori e i manager, valutando anche chi merita già di passare tra i professionisti. Non è facile individuare dilettanti che vincono poco ma hanno delle potenzialità notevoli da sfruttare poi nella massima categoria. Da questo punto di vista, il Cycling Team Friuli è una garanzia. Negli ultimi anni hanno lavorato davvero bene e la nostra squadra ha guardato a loro come un esempio di serietà: un ottimo bacino dal quale poter attingere giovani interessanti».

Buratti, vincitore del Prestigio, passerà con voi? 

«So che la squadra sta lavorando in tal senso. Sicuramente Buratti è un ragazzo che merita attenzione perché quest’anno è stato veramente continuo e determinato. Avrà sicuramente un futuro brillante tra i professionisti, ma ad oggi non so dirvi se passerà con noi o meno».