Federazione britannica, dopo le critiche per l’accordo con Shell si dimette il direttore esecutivo Brian Facer

Due atleti della Gran Bretagna impegnati agli Europei su pista di Plovdiv 2020. I britannici in quell'occasione vinsero il medagliere: un trionfo per la Federazione britannica (Foto: UEC Belingheri/BettiniPhoto©2020)
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Non riusciva più a sopportare la pressione e così Brian Facer si è dimesso dal ruolo di direttore esecutivo della Federazione britannica. Lo ha ufficializzato la Federazione attraverso un comunicato ufficiale, in cui ha annunciato che Danielle Every è il nuovo direttore. Facer ha dovuto affrontare recentemente tre questioni controverse: l’annuncio dell’accordo «indissolubile» con la multinazionale petrolifera Shell, la richiesta di non andare in bici nei giorni seguenti alla morte della regina Elisabetta II e il divieto di partecipazione delle persone transgender alle competizioni nazionali.

Ma il caso che probabilmente ha scosso più Facer è l’accordo di sponsorizzazione con Shell. Un contratto che ha scatenato dure critiche da parte dell’opinione pubblica e delle associazioni ambientaliste come Greenpeace. Da tantissime persone è stata sostenuta la lettera aperta di Badvertising, associazione che si occupa di fermare le pubblicità che alimentano l’emergenza climatica, in cui veniva sottolineato il conflitto di interessi tra la Federazione e Shell. Quest’ultima è risultata essere la settima azienda più inquinante al mondo, mentre la bicicletta è il miglior mezzo di trasporto ecologico. La numerose critiche si fondano sul fatto che Shell si occupa di incoraggiare le persone a utilizzare più petrolio e gas, mentre la Federciclismo britannica si occupa di portare più persone in bicicletta. Due scopi che evidentemente non vanno di pari passo.

Ancora polemiche sull’operato di Facer, quando ha chiesto alla popolazione britannica di non andare in bicicletta durante i giorni di commemorazione della regina Elisabetta. Dopo le critiche, Facer ha fatto un passo indietro riconoscendo di aver commesso un errore e annullando l’emanazione della richiesta. Infine, l’ex direttore esecutivo ha affrontato il tema che ha messo sul tavolo la discussione sull’inclusione di genere. L’UCI ha vietato all’atleta Emily Bridges di partecipare ai campionati nazionali su pista nell’omnium, anche se soddisfaceva i requisiti imposti agli atleti transgender. Dopo quella decisione la Federazione britannica ha deciso di vietare la partecipazione di donne transgender alle competizioni femminili.