Forti critiche sulla Federazione britannica dopo l’accordo con Shell: «Un conflitto di interessi inconciliabile»

Due atleti della Gran Bretagna impegnati agli Europei su pista di Plovdiv 2020. I britannici in quell'occasione vinsero il medagliere: un trionfo per la Federazione britannica (Foto: UEC Belingheri/BettiniPhoto©2020)
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Assurdo, disgustoso, senza senso, fuori dal tempo. Queste sono solo alcune delle reazioni dopo che la Federazione britannica ha firmato un accordo di otto anni con Shell UK, spiegando che la sponsorizzazione vedrebbe un impegno condiviso tra le due organizzazioni per «accelerare il percorso di British Cycling verso lo zero netto».

L’opinione pubblica britannica si è scatenata. Per molti questa collaborazione e i suoi obiettivi non hanno senso. Shell è risultata essere la settima azienda più inquinante al mondo, mentre la bicicletta è il miglior mezzo di trasporto ecologico. La numerose critiche si fondano sul fatto che Shell si occupa di incoraggiare le persone a utilizzare più petrolio e gas, mentre la Federciclismo britannica si occupa di portare più persone in bicicletta. Due scopi che evidentemente non vanno di pari passo.

L’associazione Badvertising, che si occupa di fermare le pubblicità che alimentano l’emergenza climatica, ha scritto una lettera aperta a British Cycling chiedendo loro di annullare la lunga partnership con Shell. Essi affermano che che esiste una «incompatibilità nell’affiancare il ciclismo ad uno dei più grandi marchi inquinatori del mondo e alle principali compagnie petrolifere» e che così il ciclismo britannico «è diventato un cartellone pubblicitario per una compagnia petrolifera che da decenni fa pressioni contro l’azione ambientale». La lettera è stata ora firmata da migliaia di società e persone, molte delle quali sono membri e atleti della Federazione britannica. Le lettere aperte e le numerosissime obiezioni convinceranno i vertici della Federazione a ripensare la collaborazione con Shell?