Nibali: «Sono curioso di vedere come crescono Bagioli e Tiberi. Il Tour 2024 in Italia? Mi sarebbe piaciuto esserci»

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Vincenzo Nibali alla presentazione del Giro d'Italia 2023 (foto: LaPresse)
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Il futuro di Vincenzo Nibali sembra segnato. Dopo aver partecipato alla Capoliveri Legend Cup, lo Squalo sarà in Giappone per il Saitama Criterium prima di gettarsi a capofitto nel suo nuovo ruolo nella squadra di Douglas Ryder. Il siciliano però, nel frattempo, ha avuto modo anche di parlare al Messaggero della sua prossima vita fuori dalle corse e non solo, tra cui anche la “pressione” di essere il ciclista italiano di riferimento.

«Non è facile gestire le critiche e la pressione – ha detto Nibali al Messaggero – Tante volte avrei voluto correre a fari spenti. All’inizio mi arrabbiavo quando leggevo cose negative nei miei confronti, poi con il tempo ho capito che dovevo farmi scivolare tutto addosso e prendere di buono il tanto supporto e affetto che ho sempre ricevuto in giro per il mondo».

Adesso però Vincenzo Nibali non sarà più in gruppo e c’è come la sensazione che il gruppo italiano non abbia più una figura di riferimento. Lo stesso siciliano conferma che al momento non vede eredi. «Purtroppo ad ogni non ce ne sono, dobbiamo attendere un po’ di tempo. Ci sono dei giovani che stanno emergendo, per esempio Andrea Bagioli è un ragazzo molto interessante. Negli ultimi anni ho corso anche con Giulio Ciccone e Antonio Tiberi. Sono curioso di vedere come maturerà quest’ultimo, se come cronomen o uomo da corse a tappe. Ha solo 21 anni e dobbiamo dagli tempo. Giulio lo conosciamo, è uno scalatore davvero forte e un corridore coraggioso, ma a volte è un po’ nervoso e spero riesca a trovare quell’equilibrio sottile che gli possa permettere di avere continuità».

Sembra sempre più certa la partenza del Tour de France 2024 in Italia. Nibali ha così commentato. «Mi sarebbe piaciuto molto essere alla Grand Départ della Boucle nel nostro paese, è qualcosa di raro. Le tappe poi sembrano davvero interessanti, un’operazione davvero bella».