Magli: «Quasi quasi l’anno scorso volevo smettere, invece adesso passo professionista con la Bardiani»

Magli
Filippo Magli, classe 1999, della Mastromarco-Sensi-Nibali
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Tra gli elite che si sono distinti maggiormente in questa stagione troviamo Filippo Magli, corridore da sempre costante ma con all’attivo meno successi di quelli che si possano pensare per un corridore così presente negli ordini d’arrivo nel corso delle ultime stagioni, corse tutte con la maglia della Mastromarco. Il suo 2022 è sostanzialmente finito ad inizio agosto, quando dopo una brutta caduta in gara gli è stata riscontrata una frattura scomposta dell’omero. Appurato da tempo il suo passaggio al professionismo, Filippo ha potuto subito concentrarsi sulla risalita in sella, senza doversi preoccupare di un futuro incerto.

Filippo, innanzitutto come stai? Come va la ripresa dall’infortunio?

«Sto bene, ho ripreso con gli allenamenti in maniera abbastanza blanda già da una ventina di giorni. C’è ancora un po’ di riabilitazione da fare, ma tutto procede come deve».

Alla luce di come sono andate le cose, che bilancio fai della tua stagione? Qual è stato il momento più bello? E quello più brutto?

«Fino all’infortunio è stata abbastanza positiva, sicuramente avrei sperato di vincere di più, ma non posso lamentarmi. Il momento più bello è stata la vittoria a La Penna, il primo maggio, dove ho staccato tutti in salita e per questo sono rimasto abbastanza sorpreso. Il più brutto, invece, è stato l’incidente che mi ha costretto a chiudere la stagione in anticipo. E’ stata una bella mazzata a livello morale, anche perché ho dovuto saltare lo stage con la Bardiani a fine stagione».

Nel 2023 correrai con loro?

«Sì, sarò alla Bardiani rispettando gli accordi presi a novembre scorso. Di questo ero tranquillo e ho sempre sentito la loro fiducia nei miei confronti».

Dopo quattro anni da Under 23 e uno da èlite, cosa ne pensi del dilettantismo? Hai notato dei cambiamenti da quando ne fai parte?

«Quando passai nel 2018, i ragazzi del primo anno facevano molta più fatica rispetto ad ora. Io stesso ne ho fatta in un primo momento, poi fortunatamente col finire della scuola ho iniziato ad ingranare. Adesso il primo anno da Under 23 è diventato quasi cruciale, spesso i ragazzi vanno già all’estero in grandi realtà o addirittura fanno direttamente il salto nei professionisti, ringiovanendo molto il movimento. I giovani di oggi sono subito competitivi, questo grazie anche al fatto che da dopo il covid molti elite hanno deciso di smettere favorendo la loro esplosione, abbassando molto l’età media».

Alla Mastromarco come compagno di squadra c’è anche tuo fratello: che rapporto avete? E come vivi questa situazione?

«Negli ultimi due anni ci siamo avvicinati parecchio. Da quando siamo compagni cerco di insegnargli il più possibile, perché si sa che questo è un mondo difficile. Il dilettantismo è un po’ una giungla, però devo dire che se la sta cavando bene. Correre insieme da una parte è bello perché condividiamo i sacrifici e la nostra quotidianità, dall’altra meno perché quando in gara capitano le cadute ti guardi più intorno per vedere se sia rimasto coinvolto o meno ed è una preoccupazione in più».

Hai mai pensato di smettere? Come hai gestito momenti negativi come il passaggio sfumato con la fantomatica Professional ungherese Epowers?

«Sì, ho pensato di smettere lo scorso anno quando dovevo prendere il via a Larciano con i professionisti, ma purtroppo due giorni prima sono risultato positivo al covid innescando così un periodo un po’ storto e facendo sfumare il buon lavoro fatto ad inizio stagione a causa del mese di fermo. Non è stato facile ripartire anche a livello emotivo, per fortuna intorno ho avuto le persone giuste che hanno saputo aiutarmi e darmi gli stimoli necessari. Per quanto riguarda la storia Epowers di ormai tre anni fa, ho capito che le parole contano poco e ci si può fidare solo dei fatti. Per fortuna ero giovane e avevo ancora davanti altre stagioni per poter dimostrare di meritarmi il passaggio al professionismo».

Tra le persone che ti hanno aiutato nei periodi difficili, a parte la tua famiglia che ti sarà stata sicuramente vicina, supponiamo che tu abbia avuto altre persone accanto. Vuoi menzionare qualcuno in particolare?

«Sicuramente Balducci e Franceschi, che sapevano del momento negativo e che mi hanno aiutato ad andare avanti e a trovare gli stimoli giusti, non tirandosi mai indietro e dandomi sempre vicinanza e conforto».