Giro di Lombardia / Pogacar: «Fra due o tre anni capiremo chi è più forte fra me ed Evenepoel»

Tadej Pogacar attacca sul Civiglio al Giro di Lombardia 2022 (foto: LaPresse)
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Ancora primo, come un anno fa. Primo da febbraio a ottobre, perché Tadej Pogacar ha deciso di essere così: un corridore completo, uno capace di vincere le classiche e le corse a tappe, uno capace di cominciare la stagione al massimo e di essere ancora al top all’ultimo impegno dell’anno. «Mi piace così, e spero di continuare ad essere questo tipo di corridore anche in futuro». Siamo a poche decine di chilometri da Milano, ed è normale immaginare di vederlo un giorno al Giro d’Italia, o magari a provare quella famosa doppietta Giro-Tour che ormai sembra impensabile per chiunque. «Certo che prendo in considerazione il Giro, prendo in considerazione tutte le corse, mi piacerebbe correrle tutte. E’ un’esperienza che farò». Quando però non lo dice: al Giro dell’Emilia aveva già spiegato che non sarà il prossimo anno. E’ normale che Tadej voglia prendersi una rivincita immediata al Tour. E viene da pensare che con la squadra che aveva al Lombardia probabilmente il Tour sarebbe finito diversamente. «No, non credo di aver avuto una squadra più forte anche qui. Eravamo forti anche al Tour, ma abbiamo subito delle perdite per il covid, in una corsa dura come quella non puoi permetterti defezioni». 

Era una giornata consacrata agli ultimi chilometri da professionisti di Vincenzo Nibali e di Alejandro Valverde («è stato bello condividere un pezzo di strada con loro, il ciclismo perde due grandi campioni»), ma la cronaca batte la storia, e non c’è stato molto spazio per i sentimentalismi: è finita in duello fra lui e Enric Mas. Come una settimana fa al Giro dell’Emilia, ma qui è andata alla rovescia. «All’Emilia venivo dal lungo viaggio di ritorno dall’Australia, era tutto un punto interrogativo. Mi sono sentito sempre meglio, giorno dopo giorno. Qui ho pensato soltanto a battere Mas. Non mi è venuto in mente il finale del Fiandre con van der Poel, quel giorno ero troppo nervoso, è stata tutta un’altra cosa. Qui quando ho visto la linea bianca del traguardo mi è passata tutta la fatica, ho pensato soltanto che dovevo batterlo». Quanto a van der Poel, Pogacar se lo immagina grande domani al Mondiale gravel. «Mi aspetto molto da lui. E comunque è una corsa che guarderò con interesse, nessuno ha una grande esperienza, sarà divertente». 

Ha vinto come l’anno scorso, ma era un Lombardia diverso. «Rimane comunque una corsa molto lunga e dura, con tante salite. Alla fine è più o meno lo stesso, anche se immagino che per il pubblico sia più bello e sorprendente che il percorso non sia sempre lo stesso». Si parla di Remco Evenepoel, che si è sposato ieri (mentre Pogacar allontana il giorno del suo sì con Urska Zigart, ridendo: «Abbiamo tempo»), e che si è diviso grandi vittorie con il giovane favoloso in questa stagione. «Non so se siamo simili, lo vedo leggermente diverso da me. Continueremo a sfidarci, sempre di più: ci vorranno due o tre anni per vedere chi è il più forte». Non sa decidere quale sia stato il giorno migliore dell’anno («forse qui, o alle Strade Bianche, ma è difficile dirlo, ogni corsa è diversa, e le giornate belle sono state tante»), ma riguardandosi indietro «forse l’unico vero rimpianto di questa stagione è il Mondiale in Australia. E’ stato un giorno così così per me, ma come squadra siamo andati vicini a una medaglia, non è andata poi così male. Siamo alla fine di una stagione fantastica».