Federciclo. Dagnoni spiega le ombre: «Malagò ha dichiarato che la nostra è una gestione virtuosa»

Cordiano Dagnoni, presidente della Federazione Ciclistica Italiana, alla Strade Bianche
Tempo di lettura: 2 minuti

E’ possibile chiudere la vicenda delle provvigioni con qualche lieve ammissione di colpa, qualche scarico di responsabilità, qualche assenza per ferie e qualche vaga (molto vaga) giustificazione?
Pare che il presidente del Coni, Giovanni Malagò, abbia dichiarato al presidente Dagnoni che la sua gestione è stata “virtuosa”.

In realtà bisognerà andare molto più a fondo per individuare i responsabili di una gestione superficiale che mostra irregolarità e autorizza sospetti. Mai c’era stata nella storia della Federazione una simile ribellione di tutte le componenti e la vicenda non può chiudersi così.

La società irlandese, dice Dagnoni, “ci è stata consigliata dal team manager Amadio”. Benissimo la collaborazione di Amadio, ma nessuno si chiede perché andare in Irlanda per pagare provvigioni in Italia? Per evadere le tasse? O per quale altro motivo? E perché parlare di pagamenti in assenza di fatture? Perché non vi è nessuna delibera?
La redazione dei verbali non si può ridurre ad un semplice errore di trascrizione.

L’errore è quello di aver riferito i 106.000 euro alla Reiwa” dice Dagnoni, ma non può essere considerato un errore di trascrizione. Un qualsiasi funzionario della Federazione cosa poteva sapere della Reiwa se non c’era nulla? Appare più probabile che sia un lapsus, una informazione che doveva restare riservata in attesa del perfezionamento di accordi come la stessa Reiwa ha confermato prima di chiamarsi fuori dalla vicenda.

Il passaggio da voto all’unanimità a voto a maggioranza è un altro errore. Le ferie del segretario generale non possono essere un alibi. C’era tempo e modo, viste le abitudini, per anticipare o posticipare almeno la verifica di un atto ufficiale, a maggior ragione visto che dalle dichiarazioni del presidente appare che il verbale sia stato scritto da persone disattente.

Il pagamento dei 106.000 euro in un’unica soluzione non rappresenta un’anomalia, eventualmente stupisce che per contratti chiusi nel 2021 si sia proceduto al riconoscimento delle provvigioni nel 2022 ed ancora in assenza di una fattura che giustificasse la spesa. E’ anomalo invece il fatto che a precisa richiesta non si sia riusciti a sapere come andassero suddivise queste provvigioni, a non avere i dettagli.

Lascia stupiti che le persone che avrebbero dovuto ricevere le provvigioni non ne fossero a conoscenza. Da tutta la vicenda emerge anche l’anomalia del ruolo di Roberto Amadio. Tutti i titolari delle sponsorizzazioni hanno fatto chiaramente capire di aver trattato con lui pensando di parlare con la Federazione e non con un suo intermediario. Sarebbe necessario che questo doppio ruolo, qualora fosse ritenuto ancora opportuno, venisse meglio chiarito al momento di intavolare trattative.

Infine non convincono le giustificazioni avanzate sul rapporto con Norma Gimondi. Quello che ricorda Dagnoni fu detto dalla Gimondi, “il binomio Dagnoni-Gimondi si è ricomposto”, testimonia la buona fede con la quale la bergamasca si è posta nel consiglio, senza alcun pregiudizio dovuto alla candidatura con Martinello. Nessuna dichiarazione pubblica di solidarietà è stata fatta ed anzi si è autorizzata la pubblicazione di un video incompleto a difesa di chi l’ha offesa.