Italian Bike Festival 2022 / Trek Domane: la nuova endurance sale di livello (VIDEO)

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Diciamo che come esordio per la nuova Trek Domane non c’è male. Un bel po’ prima di oggi, alla Parigi-Roubaix femminile, la nostra Elisa Longo Borghini si consacrava regina del pavé. A quasi 5 mesi da quell’impresa viene tolto il velo al telaio utilizzato in questa sua splendida cavalcata sulle pietre. Un prototipo che, manco a dirlo, nasce decisamente fortunato. 

Generazione numero quattro

Eccoci allora a parlare del nuovo Trek Domane, giunto alla sua quarta generazione, che come quasi sempre avviene in questi casi migliora i valori delle versioni precedenti in quanto a leggerezza e reattività. Ma a nostro modo di vedere centra perfettamente anche un obiettivo molto caro ai “nuovi” ciclisti.

Parliamo di quelli che da poco hanno iniziato a pedalare, e che sui copertoni da 23 millimetri non ci hanno mai girato, per intenderci… Una bicicletta da corsa performante in tutto e per tutto, ma anche comoda e che cambiando ruote si trasforma in una gravel, il che include coperture dalla sezione adeguata. 

Una vera allroad, al di là delle definizioni di comodo, sempre ricordando che la Domane sin dalla sua prima versione rappresenta una bici endurance specifica. E tale rimane, ma con tantissimi benefit in più. 

Due compositi, due piattaforme

Innanzitutto parliamo del telaio e della sua struttura. Per la Trek Domane di quarta generazione, così come per le altre Trek, troviamo due blend diversi di carbonio. La piattaforma SL, che come vedremo rappresenta la base degli allestimenti più economici, utilizza la fibra OCLV 500. Per la SLR invece c’è il composito top, l’OCLV 800 che troviamo anche ad esempio nella nuovissima Madone SLR

Nei due casi si nota un dimagrimento molto consistente a livello di peso, meno 300 grammi su entrambi, che come vedremo sono concentrati in particolare sul rinnovamento del sistema IsoSpeed.

La nuova Trek Domane in generale è più snella della versione che l’ha preceduta, e grazie ai profili kammtail aerodinamicamente più efficiente. Questo avviene anche per merito di un’integrazione di cavi e accessori estremamente curata. Si può pertanto dire, senza correre il rischio di essere smentiti, che per quanto la massima velocità non sia il suo primo obiettivo, ci troviamo di fronte alla Domane più performante e “race” di sempre.

Le “contaminazioni” della Checkpoint 

Ma se dalla piattaforme Madone ed Emonda ha ereditato molti aspetti relativi al lato prestazionale, dalla Checkpoint (che è una gravel a tutti gli effetti) la nuova Domane ha incorporato concetti carissimi agli amanti dell’allroad. 

Viene confermato infatti lo spazio per lo “storage” sul tubo obliquo, che consente di riporre il necessario per riparare le forature o anche, ad esempio, una mantellina o delle barrette energetiche. Un’asola che poi viene coperta in maniera perfetta da una specifica cover a incastro.

Poi troviamo gli appositi innesti per una borsa portaoggetti da piazzare nella parte superiore del tubo orizzontale nei pressi del manubrio, una mano santa per le lunghe giornate in sella, e quelli (invisibili) per degli eventuali parafanghi.

Ma la cosa che maggiormente spicca nella nuova Trek Domane è senza dubbio la “tyre clearance”: 38 millimetri pieni, che scendono a 35 in presenza dei parafanghi. Sono valori appena inferiori alle sezioni di una copertura gravel canonica, di solito individuate in 40-42 millimetri. Ma in ogni caso estremamente ampi che la trasformano di fatto in una gravel “reale”, e non rimediata…

Da qui ci viene in mente una considerazione abbastanza automatica e dedicata ai fedelissimi di Trek: se si predilige il gravel e ogni tanto si va su asfalto si prende una Checkpoint, se si va molto su strada e ogni tanto in sterrato, allora la Domane è quella che fa per voi. 

Il vecchio sistema IsoSpeed

Ma come è cambiato il sistema IsoSpeed nella nuova Trek Domane? Abbiamo visto che è stato totalmente eliminato dalla nuova Madone a favore di un piantone diverso (con tecnologia Isoflow). Qui invece è stato semplificato, e anche di molto. Nelle versioni precedenti il famoso disaccoppiatore tra piantone e il resto del telaio era addirittura regolabile. 

Se osservate la foto qui sopra, che si riferisce alla precedente Domane, noterete come il sistema è così composto: tra reggisella semintegrato e lo snodo del piantone si trova un innesto a forma di L, che “ruota” su un apposito perno e permette al piantone stesso di dirigersi verso il basso, mentre la parte più esterna (e vicina allo sterzo) va verso l’alto. 

La lunghezza della parte di sezione orizzontale che può ruotare, appunto, è regolabile tramite un perno. Più questo è vicino al piantone più la bici è rigida, più è lontano e più è flessibile, per le semplici regole fisiche relative alle leve meccaniche. Un sistema dunque “tunizzabile” a piacimento secondo il percorso, tramite un’operazione che si attua in un minuto e con l’uso di una chiave a brugola.

Il nuovo sistema IsoSpeed

L’IsoSpeed dell’attuale Domane, che vedete nella foto qui sopra, è invece molto più semplificato per quanto non regolabile. Ed ha consentito un risparmio di peso molto consistente sul telaio (come accennato, circa 300 grammi), pur mantenendo le sue peculiarità. 

Ci riferiamo ovviamente al comfort, che è il punto di forza delle Domane sin dalla prima versione, ma anche la necessaria reattività visto che è un sistema che (coinvolgendo solo il tubo piantone) agisce esclusivamente sull’asse verticale e non lateralmente. Per capirci meglio, i pendenti del carro rimangono assolutamente solidali col resto del telaio e se si scatta la bicicletta risponde di par suo. Inoltre il nuovo sistema IsoSpeed contiene anche il morsetto per il reggisella, in una soluzione molto pratica, elegante e discreta.

Ed a proposito di reggisella, il nuovo cannotto sarà disponibile in due lunghezze (280 e 320 millimetri) con due offset di compensazione della lunghezza (5 e 20 millimetri).

Una Trek Domane specifica per i pro’

La dimostrazione che la nuova Trek Domane sia una bicicletta performante lo si deve anche alla terza variante di telaio a cui abbiamo fatto accenno in precedenza. Parliamo della versione RSL, acronimo che sta per Race Shop Limited. Quella usata dai pro’ quasi in incognito alle Classiche del Nord della scorsa primavera, e che rispetto alla standard ha alcuni particolari costruttivi che la rendono più adatta alle esigenze di chi corre. 

Il composito utilizzato è sempre l’OCLV 800, ma in questo caso non troveremo gli innesti per le borse ed i parafanghi, la tasca per lo storage sul tubo obliquo, così come i pendenti di carro e forcella sono più stretti e permettono il transito a coperture di massimo 35 millimetri anziché 38. E poi le geometrie, che meritano un approfondimento a parte.

Le geometrie della Trek Domane SL, SLR e RSL

La geometria delle versioni standard è Endurance a tutti gli effetti, dunque con un orizzontale più corto e un tubo sterzo più alto, e non è stata modificata rispetto alla precedente generazione. Nella RSL troviamo invece una H1.5, più corsaiola e che deriva dalla stessa filosofia usata anche per l’Emonda e la Madone. Un punto di contatto in più con i due modelli race, a parte il nome. Se non ci avevate ancora fatto caso, Domane, Emonda e Madone sono l’uno l’anagramma degli altri due. Curioso, vero?

Ecco allora un confronto delle geometrie, riferite alla taglia 56. Vi affianchiamo anche le quote della nuova Madone, il modello aerodinamico e race. Come si può vedere da valori come altezza del tubo sterzo e reach (l’avanzamento), la RSL garantisce una posizione più allungata rispetto a quella standard. 

Domane SL-SLRDomane RSLMadone SL-SLR
Piantone52,552,552,5
Orizzontale55,45655,9
Angolo piantone73,3°73,3°73,3°
Angolo sterzo71,9°72,8°73,5°
Tubo sterzo17,512,915,1
Passo100,810198,3
Stack59,154,856,3
Reach37,739,539,1

I setup del telaio SL

Quindi è ora di svelare tutti gli allestimenti ed i prezzi relativi alla nuova Trek Domane. Per la versione SL si parte dalla e si arriva sino alla 7 eTap, con a disposizione anche il frame kit per allestimenti personalizzati, sia con trasmissioni elettromeccaniche che tradizionali. Tra parentesi sono indicati gruppo, ruote e peso in taglia 56.

  • Domane SL 5: 3.599 euro (Shimano 105 meccanico, Bontrager Paradigm SL, 8,93 kg);
  • Domane SL 6: 5.149 euro (Shimano 105 Di2 12v, Bontrager Paradigm Comp 25, 8,90 kg);
  • Domane SL 6 eTap: 5.449 euro (Sram Rival eTap Axs, Bontrager Paradigm Comp 25, 8,89 kg);
  • Domane SL 7: 7.199 euro (Shimano Ultegra Di2 12v, Bontrager Aeolus Pro 37, 8,26 kg);
  • Domane SL 7 eTap: 7.899 euro (Sram Force eTap Axs, Bontrager Aeolus Pro 37, 8,48 kg);
  • Domane SL framekit: 3.099 euro (2.500 grammi).

I setup del telaio SLR

La versione SLR invece parte dai 7.499 euro della 6 per arrivare ai 13.999 euro della 9 eTap. Anche qui a disposizione c’è il frameset. La variante di telaio utilizzata dai professionisti, la RSL, è però compatibile solo con trasmissioni elettromeccaniche ed è in vendita il solo telaio, quindi non la bici completa.

  • Domane SLR 6: 7.499 euro (Shimano 105 Di2 12v, Bontrager Aeolus Pro 37, peso non comunicato);
  • Domane SLR 6 eTap: 7.999 euro (Sram Rival eTap Axs, Bontrager Aeolus Pro 37, 8,25 kg);
  • Domane SLR 7: 9.999 euro (Shimano Ultegra Di2 12v, Bontrager Aeolus Pro 37, 7,89 kg);
  • Domane SLR 7 eTap: 10.499 euro (Sram Force eTap Axs, Bontrager Aeolus Pro 37, 8,38 kg);
  • Domane SLR 9: 12.999 euro (Shimano Dura Ace Di2 12v, Bontrager Aeolus RSL 37, 7,25 kg);
  • Domane SLR 9 eTap: 13.999 euro (Sram Red eTap Axs, Bontrager Aeolus RSL 37, 7,80 kg);
  • Domane SLR framekit: 4.999 euro (peso non comunicato);
  • Domane RSL framekit: 4.999 euro (1.600 grammi).

Per maggiori informazioni: www.trekbikes.com