I campioni del mondo si offrono, ma la Federazione non ci sente

Saronni
Beppe Saronni, in una foto d'archivio
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Giuseppe Saronni non ha voluto pronunciarsi sulle vicende che hanno tanto scosso il mondo del ciclismo in queste settimane non avendo piena conoscenza delle carte. Invita però, sullepagine della Gazzetta dello Sport, la Federazione a fare chiarezza affinché ogni dubbio sia definitivamente fugato. «Lo deve fare!» afferma con decisione. L’occasione però gli offre l’opportunità di rilanciare una sua vecchia, ma preziosa idea.

«Quello che noi campioni del mondo possiamo fare è mettere a disposizione il nostro sapere, la nostra conoscenza di questo mondo per il bene del movimento ciclistico italiano. E’ una cosa che abbiamo già detto in passato all’ex presidente Di Rocco e che abbiamo ripetuto all’attuale numero uno Dagnoni. Non chiediamo ruoli, non chiediamo compensi o provvigioni. Ci mettiamo a disposizione. Le scelte che si faranno in questo momento si rifletteranno almeno per i prossimi dieci anni e quindi mi chiedo perché non farle ascoltando chi può avere idee e progetti. Da Cipollini a Fondriest, da Moser a Bettini. E ripeto, a costo zero senza interessi personali. Noi abbiamo ricevuto tanto da questo sport ed è per noi un dovere provare a “restituire” qualcosa in termini di impegno per il rilancio di questo movimento per la ripresa del ciclismo italiano».