Vuelta di Spagna 2022, Evenepoel vuole la cronometro: «La settimana più dura è finita»

Remco Evenepoel in maglia rossa sul palco delle premiazioni della settima tappa. La sua prima giornata da leader della generale alla Vuelta di Spagna 2022 (foto: Unipublic / Sprint Cycling Agency)
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Gli inviati belgi alla Vuelta di Spagna 2022 sono dodici, una bella squadra. Gli altri sono collegati su Zoom. Tutti riuniti, come noi, a scrutare il padrone della corsa negli occhi per capire che cosa ci aspetta. Ma anche noi, come lui, non possiamo sapere come saranno le prossime settimane. In un grande Giro ogni giorno è prezioso, e ogni giorno – anche il più innocuo sulla carta – può nascondere una trappola. Il mondo può cambiare da un momento all’altro. E mentre la squadra di Roglic, che fino a pochi giorni fa tutti definivamo di un altro pianeta, perde pezzi preziosi, al quartier generale della Quick-Step Alpha Vinyl il leader della corsa si presenta rilassato. T-shirt nera d’ordinanza, battuta pronta, Remco Evenepoel comincia col dire che vorrebbe «portare la maglia rossa fino a casa».

Chiamato a dare un voto alla fatica fatta finora, da 0 a 10, fa come in bicicletta: esagera. «Da 0 a 10? 5.66667. No, scherzo». E fortunatamente specifica, perché non si sa mai. «Non nascondo che è stata una settimana difficile, e il giorno di riposo è benvenuto, soprattutto a causa del tempo strano nel nord della Spagna: pioggia e freddo, poi caldo e umido. È stata una settimana brutale, ma abbiamo fatto un ottimo lavoro. Anche per noi questa è una novità. Eravamo pronti e dobbiamo mantenere quella mentalità». Non si lascia accendere dai proclami sulla vittoria finale. «Guardo giorno per giorno. Ma sono sorpreso dal vantaggio che ho e ho l’impressione che la settimana più dura sia finita». Lo dice avendo ben presente quello che successe al Giro dello scorso anno, quando invece di andare in crescendo si perse per strada. Ma questo Remco è diverso. «Ora abbiamo una cronometro, una tappa per velocisti, una tappa in montagna, un’altra possibilità per i velocisti e poi due arrivi in salita. Spero di recuperare un po’, soprattutto in quei giorni un po’ meno difficili».

L’appuntamento con la decima tappa, la crono da Elche ad Alicante (30,9 km) che riapre i giochi, è fissato da tempo. «Il percorso verso Alicante è completamente pianeggiante. Può essere piuttosto difficile, perché saremo pieni di acido lattico. Però mi sono allenato molto su queste strade. Persino più in discesa che in salita». Remco Evenepoel osa dire che il peggio è passato, ma domenica lo aspetta la Sierra Nevada, la corsa sale a 2.500 metri di quota. «Non è la salita più dura, però è lunga e l’altitudine è difficile da affrontare. Ma per questo mi sono allenato quest’estate, a luglio e all’inizio di agosto. Durante uno stage a Livigno ho dormito a 2.300 metri, nell’albergo di Denia era leggermente più alto».

Remco racconta di non sapere come stiano vivendo la corsa i media del suo Paese e neanche gli appassionati di ciclismo. Ripete che questo è praticamente il suo primo grande Giro. «Questo è quello che penso davvero. Non potete paragonarmi al corridore che ero al Giro dell’anno scorso». Poi Evenepoel passa a parlare di traguardi. «Vorrei sottolineare ancora una volta che la vittoria di tappa è davvero il mio grande obiettivo. La maglia di leader è fantastica, è un sogno. Ma sono qui per una vittoria di tappa e spero di riuscirci già nella cronometro». Il leader della corsa è convinto di avere due rivali temibili nelle prossime settimane: il caldo e il covid. «Cerco di non vedere il virus come un nemico, per paura che mi batta mentalmente. Ma stiamo sempre molto attenti. Anche sui rulli dopo il traguardo indosso la mascherina per precauzione».

Evenepoel sta dominando questa Vuelta, soprattutto sulle salite ripide, quelle che sembravano meno adatte a lui in un passato non lontano. «La chiave del mio successo? L’esercizio e le salite che faccio in allenamento. Odiavo allenarmi al caldo e spesso maledicevo il mio allenatore, ma ora sto raccogliendo i frutti. E poi il lavoro della mia squadra: correre dietro ad Alaphilippe è come stare seduti sul divano, devo solo stargli dietro e sono sicuro che tutto andrà bene. Non ho visto molti campioni del mondo fare quello che fa lui».