Federciclismo nei guai: si dimette Norma Gimondi. E parte una denuncia

Gimondi
Norma Gimondi, figlia di Felice, vice-presidentessa della Federciclismo
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Questa mattina arriveranno in Federazione le dimissioni dalla carica di vice presidente di Norma Gimondi. Contestualmente è molto probabile che venga presentata una denuncia nei confronti del consigliere, sembra si tratti di Crisafulli, che avrebbe coperto di ingiurie e contumelie la dirigente bergamasca costringendola ad abbandonare in lacrime la riunione. Cosa ancora più grave è che nessuno dei dirigenti presenti sarebbe intervenuto a contestare l’aggressione.

Purtroppo l’azione della Gimondi che ha impedito l’approvazione di un bonifico di 106.000 euro ad una società irlandese che non ha nessun rapporto con la Federazione, avrebbe meritato ben altra attenzione da parte della classe dirigente federale.

Molto deludente l’atteggiamento dei presidenti regionali che nella riunione svoltasi alla vigilia del consiglio federale avrebbero semplicemente ascoltato le giustificazioni addotte dal segretario senza esprimere alcun dubbio sulle evidenti contraddizioni che hanno costellato la gestione delle ultime settimane favorendo così in maniera ancora più accentuata l’isolamento della dirigente che si era preoccupata di tutelare la base denunciando comportamenti che meritavano una maggiore trasparenza.

Caos Federciclismo, Norma Gimondi si dimette oggi

Sabato poi, al consiglio federale, è esplosa l’ostilità nei confronti della Gimondi che si è vista aggredire verbalmente senza che nessuno sentisse il dovere di moderare modi e linguaggio nei confronti della dirigente. Sarebbe successo lo stesso se fosse stato un uomo? Le altre dirigenti non hanno avuto nulla da ridire sui modi?

Nelle poche battute che hanno preceduto la sospensione del consiglio lo stesso presidente, convinto di aver risolto ogni problema, ha insistito sull’inesistenza della delibera, resta da capire perché allora si chiedeva di fare un bonifico di 106.000 euro.

Ogni spiegazione fornita aumenta i dubbi ed i sospetti.

Con le dimissioni della Gimondi sarebbe opportuno un intervento del Coni per fare chiarezza su una vicenda che legittima molti dubbi sui comportamenti di questo consiglio.

Inoltre, non si può escludere un intervento della Finanza visto che si parla di pagamenti all’estero, di contratti inesistenti, di sponsorizzazioni gestite non si sa da chi, di provvigioni dai contorni tutt’altro che cristallini.

La speranza è che le dimissioni della Gimondi non favoriscano un insabbiamento di tutta la vicenda perché sarebbe uno smacco per tutta la classe dirigente federale: dai presidenti regionali al presidente nazionale.