Vuelta di Spagna 2022 / Le pagelle della 4ª tappa: Roglic sorride, Pedersen sempre secondo e Alaphilippe non brilla ancora

Primoz Roglic, nuova maglia rossa della Vuelta di Spagna 2022 (foto: Luis Angel Gomez/SprintCyclingAgency©2022)
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Nei primi 10 dell’ordine d’arrivo – Roglic, Pedersen, Mas, Pacher, Sivakov, O’Connor, Hayter, Evenepoel, Kelderman, Hindley – leggiamo i nomi di parecchi pretendenti alla vittoria finale della Vuelta di Spagna 2022. Prime salite e la classifica comincia a cambiare. Non cambia la supremazia schiacciante della Jumbo-Visma: quattro tappe in maglia rossa con quattro corridori diversi. L’ultima volta che si era verificata una congiunzione astrale come questa in un grande Giro è stato nel 2004, sempre alla Vuelta: la squadra era la US Postal.

Primoz Roglic 10 – Neanche se lo avesse disegnato lui quell’arrivo sarebbe stato così perfetto per le sue caratteristiche. Con questa sono 10 vittorie di tappa alla Vuelta per lui, 5 in questa stagione, 65 in carriera. Ma è la corsa spagnola a esaltarlo: 37 volte in maglia rossa, ha superato Roberto Heras (36). Superati i dubbi sul suo stato di salute: la gamba c’è, la testa pure. In Spagna lo sloveno non fa che sorridere.

Mads Pedersen 8 – Tre secondi posti consecutivi, vuole essere il Van Aert di questa Vuelta di Spagna 2022? Dice di essere qui per la maglia verde, ma siamo sicuri che non stia già pensando al Mondiale australiano?

Edoardo Affini 7 – Lavora per la squadra. Si stacca, come previsto, a 19 chilometri dal traguardo. Nel gioco della Jumbo, domenica la maglia di leader era toccata a lui, questa volta gli tocca perderla. Ma il voto alto lo merita per quello che dice dopo il traguardo con la maglia rossa ancora indosso. «Ogni tanto mi guardavo, è stato bello».

Julian Alaphilippe 5 – Prova ad attaccare, ma Roglic si prende l’abbuono. Spinge in picchiata, ma Roglic gli va via in salita. Non è ancora l’uomo più brillante del gruppo. Ma il Mondiale è fra più di un mese. Occhio.

Ethan Hayter 7 – Non spreca energie, non segue gli attacchi dei big, si sa gestire con un’esperienza inusuale alla sua età, e infatti nel finale è lì. Tiene la maglia bianca.

Remco Evenepoel 7 – Anche lui c’è. Lo abbiamo visto bene anche in discesa. E i dodici (dodici!) inviati belgi al seguito della corsa non aspettano altro.

Alessandro De Marchi 7 – Ci mette quattro chilometri a uscire dal gruppo inseguendo una giornata di gloria. E resiste – insieme a Lutsenko e Shaw – fino a 34 km dal traguardo. Una certezza, conoscendolo: ci riproverà.

Joan Bou 8 – Venticinque anni, di Valencia, corre da quando ne aveva dodici: è cresciuto alla scuola di Stefano Garzelli da quando era junior. Il varesino, che da anni insegna ciclismo in Spagna, lo ha fatto passare con la Vini Fantini, e ora Joan ha un contratto con la Euskaltel per tutto il 2023. Garzelli lo descrive come un corridore «completo e forte, che va molto bene anche a cronometro, deve soltanto credere di più in se stesso». Con questa fuga, nella prima tappa in terra spagnola, Bou si è guadagnato la maglia a pois di leader della classifica degli scalatori, e potrebbe essere quello scatto che serviva per fargli fare un salto di qualità.

Alexey Lutsenko 6 – E’ a lungo maglia rossa virtuale. Ma non è nella Jumbo-Visma. E virtuale non è reale.

Domenico Pozzovivo 7 – Attaccano, sgomitano, danno spettacolo. Ma non lo staccano. Chiude diciottesimo, primo degli italiani, a sette secondi da Roglic. Professore.