Giorgia Bronzini, compleanno in barca e una riflessione: «Grazie ad Aso per il Tour, ma non dimentichiamo quanto è importante il nostro Giro»

Giorgia Bronzini è nata ad agosto il 3 agosto 1983. Dal 2002 al 2018 ha corso tra le elite conquistando 116 vittorie. Nel 2019 è salita sull''ammiraglia della Trek-Segafredo. Da questa stagione guida la Liv Racing Xstra. Qui in una foto d'archivio
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Buon compleanno a Giorgia Bronzini che oggi compie 39 anni e si è regalata una giornata in barca al largo della costa toscana prima di risalire sull’ammiraglia della Liv Racing Xstra. La piacentina, 116 vittorie conquistate in 17 stagioni, è reduce dal Tour Femmes dove le sue coetanee hanno continuato a vincere: Van Vleuten (40 anni a ottobre) la gialla e la maglia verde quella Marianne Vos (35 anni) che Giorgia battè per due anni di fila ai mondiali del 2010 e del 2011 nella sua fantastica doppietta iridata consecutiva.

– Auguri Giorgia Bronzini! Un po’ di relax al rientro dalla Francia…

«E’ stata una corsa veramente dura, complimenti a Annemiek e a tutte le ragazze, io ero sull’ammiraglia e guardavo il tachimetro: le medie sono state impressionanti. Un evento impeccabile, grandioso come il pubblico che ci ha accolto, una cosa mai vista. Però sono rimasta anche un po’ delusa…».

– Da che cosa?

«Dal fatto che tutti hanno parlato del Tour come se fosse la prima edizione ma non è giusto dimenticarsi del fatto che per noi donne il Tour c’era già prima e abbiamo avuto un’atleta, Fabiana Luperini che l’ha vinto tre volte. E non solo questo…».

– Cos’altro allora…

«Da italiana mi ha irritato che tutto questo parlare del Tour mettesse qiasi in secondo piano il Giro d’Italia che dobbiamo ringraziare perché in questi anni è stata la corsa più importante nel nostro calendario. Quindi, grazie di cuore ad Aso, ma non dimentichiamo tutto il resto. Soprattutto non dimentichiamo che se il ciclismo femminile è arrivato a questo punto lo deve alle nostre pioniere che hanno faticato per noi perché si arrivasse a questo punto è perché qualcuna prima di loro, anche quelle della mia generazione, ha puntato i piedi». 

La “Maga” Giorgia Bronzini: prima stagione alla Liv e la scommessa Barbieri

Quando correva Giorgia era la “Maga”, soprannome che le avevano dato in nazionale perché riusciva a “inventarsi” i finali e indovinava prima di tutte l’andamento della gara. Una capacità di lettura che ha portato come bagaglio fondamentale nella sua carriera di direttore sportivo, mentre un po’ di quella “magia” le è rimasta anche nel fiutare il talento.

Quest’anno si è battuta per avere alla Liv Rachele Barbieri, modenese di 25 anni, oro mondiale nel 2017 nello scratch, e che da due stagioni aveva lasciato da parte la strada per dedicarsi alla pista.

– Per te si può dire che Rachele sia stata una scommessa vinta: un podio al Giro nella tappa di Padova, due quarti posti in Francia…

«Rachele è stata una sorpresa anche per noi per come è stata performante visto che arrivava da due stagioni in cui non aveva corso su strada. Peccato per il quarto posto di Parigi: fare il podio lì sarebbe stata la cartolina più bella della sua stagione. Sono orgogliosa di Rachele, conferma che ancora l’occhio ce l’ho...».

– Rachele è fortunata ad avere una diesse che è stata una velocista come lo è lei, chissà quante cose puoi insegnarle.

«Sì siamo sempre in contatto. Con l’altro direttore sportivo abbiamo diviso le ragazze in due gruppi e ogni settimana, il mercoledì, le chiamiamo tutte. Io ho anche Rachele e nella chiamata del mercoledì ci scambiamo informazioni, consigli è una chiacchierata di “bilanciamento” che le può dare degli spunti dal punto vista tecnico. Ho anche un ottimo rapporto con il suo allenatore Stefano Nicoletti, a volte gli do dei suggerimenti e questa sintonia è importante».

– Dove può arrivare Rachele, che margini di miglioramento ha?

«Spero naturalmente che mantenga la volata che è il suo punto forte ma che riesca a migliorare la resistenza su alcune salite, in modo da arrivare giù con una gamba fresca. Insomma che tenga su quei tipi di percorsi da classiche, mondiali e che sia un corridore non solo da volate piatte ma che sia presente in gruppetti ristretti di una trentina di ragazze..».

– Dopo tre anni alla Trek-Segafredo perché hai scelto la Liv Racing Xtra?

«Innanzitutto perché sono la prima diesse e infatti sono più impegnata anche fisicamente perché faccio quasi tutto il calendario. Qui alla Liv c’è meno gente nello staff dirigenziale e più condivisione tra il manager e i direttori portivi. Facciamo tante riunioni e prendiamo insieme le decisioni».

– Giorgia Bronzini, da quando hai lasciato l’agonismo sono cambiate tante cose. E’ esploso il WorldTour, sono aumentati i premi, gli stipendi…

«E’ un cambiamento molto rapido e spero che l’Uci riesca a controllarlo. Dare a ragazze di 19 anni un contratto WorldTour col minimo che continua ad alzarsi è un’arma a doppio taglio perché ci sono ragazze che non sono pronte per quello stipendio e altre che non sono a quel livello. Non dimentichiamo che quando passano le giovani hanno ancora la scuola, ma ci sono dei team per i quali le ragazze sono un numero e non gli frega se hanno problemi o meno: io ti pago e tu fai quello che ti dico. Così la testa delle ragazze va nel caos».

– E cosa bisognerebbe fare?

«L’Uci dovrebbe tutelare maggiormente le giovani. A 19 anni puoi  fare un tot di gare e basta. Però ci sono team Worldtour che hanno budget stratosferici e altri no, per cui se devi fare un calendario di 50 gare è chiaro che usi anche la ragazza di 19 anni. La distorsione del Worldtour è questa: si sta andando avanti così velocemente senza rendersi conto che i numeri delle atlete sono quelli che sono».

– Il nostro ciclismo sta comunque vivendo una stagione molto positiva.

«Sì, come sempre il nostro ciclismo è rigoglioso di ragazze e spero che il Ct Sangalli apra la rosa per dare l’opportunità a chi se lo merità di vestire la maglia e di avere un turn over. L’Olanda, lo abbiamo visto al Tour, è suprema, ma noi valiamo».

– In Francia l’ultimo exploit italiano è stato quello di Silvia Persico, quinta nella generale…

«Bravissima davvero Silvia. Le do solo un consiglio: occhio a non andare oltre, a non tirare troppo la corda. Va bene nel cross, in salita, si butta nelle volate, manca solo che adesso faccia anche la pista… Voglio dire che deve riuscire a riposarsi, senza lasciarsi travolgere dalla foga di fare tutto. Per il resto complimenti: tanta caparbietà, tanta determinazione, tanta grinta».