Tour de France Femmes / La Flamme Rouge di Tatiana Guderzo: «Il secondo posto di Marta Bastianelli vale una vittoria. Persico? Un errore che poteva innescare un disastro»

Bastianelli
Marta Bastianelli, 35 anni (Foto Heres)
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Ultima volata prima delle tappe di montagna e il gruppo, come era prevedibile, non ha lasciato spazio alle fughe. Una monumentale Marianne Vos ha portato a casa la seconda di vittoria, questa volta in maglia gialla. Alle sue una grandissima Marta Bastianelli il cui sorriso dopo l’arrivo diceva tanto e che non è sfuggito a Tatiana Guderzo che commenta per quibicisport.it le tappe del Tour de France Femmes.

«I suoi occhi esprimevano felicità, una grandissima gioia – sottolinea Tatiana – per Marta è come se avesse vinto. Per lei era l’ultima occasione di lasciare il segno è c’è riuscita. Ieri tra l’altro era caduta e quindi la sua condizione sicuramente al via della tappa non era ottimale, invece ha avuto il coraggio di mettere la squadra a tirare quando mancavano 70 chilometri all’arrivo perché non c’erano compagne nella fuga e ha fatto una volata magistrale. All’ultimo chilometro era ancora leggermente indietro, è riuscita a non perdere la calma, ha trovato il varco giusto ed è riuscita a sprintare contro le persone “normali”, conquistato il secondo posto». 

– Elisa Balsamo quarta, ha avuto a disposizione una grande squadra con Van Dijk che ha fatto il solito lavorone (bello vedere la campionessa europea che negli ultimi metri si è rialzata per vedere lo sprint, quasi cercando di spingere Elisa con lo sguardo e battendo le mani) ed Elisa Longo Borghini che l’ha portata agli ultimi cento metri: però l’iridata non sembra avere la brillantezza dimostrata al Giro Donne…

«Se analizziamo le volate del Giro e del Tour sicuramente non ha la stessa freschezza. Però c’è da valutare che ha una maglia pesante da indossare, gli occhi sono sempre puntati su di lei, e dall’inizio dell’anno sta avendo una continuità di condizione importante: anche se non vince arriva sul podio e, soprattutto, sta anche lavorando per la squadra. Questo porta a non avere il colpo di pedale di 20 giorni fa, ma Elisa c’è,  sta onorando la maglia di campionessa del mondo in modo eccelso. Credo che tornerà a casa soddisfatta».

– Ha fatto discutere la manovra di Silvia Persico negli ultimi metri, quello scarto deciso da destra verso sinistra con il quale ha tagliato la strada a Maria Giulia Confalonieri. Non ci sono state retrocessioni nella classifica di tappa: quinto posto per Persico e sesto per Confalonieri. 

«Il cambio di traiettoria è stato decisamente netto ed evidente. La Confalonieri è stata brava perché ha avuto la lucidità di arretrare la bici ed evitare un contatto che avrebbe innescato un disastro. In quel caso i giudici non sarebbero stati così clementi. Sicuramente la Persico non l’ha fatto con l’intenzione di far cadere nessuno, non c’è malignità nel suo gesto, ma tanti atleti sono stati squalificati per cambi di traiettoria di quel tipo. Fortunatamente non è successo niente, ma una tirata d’orecchie se la merita…».

– Tra l’altro la bergamasca ha rischiato tantissimo anche per se stessa, considerato il fatto che è seconda in classifica. 

«Vero, non so cosa le sia scattato in testa: ha cercato di trovare il varco per la migliore posizione possibile, ma è stato un errore da non ripetere». 

– Domani comincia un nuovo Tour con tre salite di prima categoria da scalare…

«E’ la penultima tappa: nascondersi non è possibile, risparmiarsi non è contemplato, bisogna tirare fuori tutte le carte. Ci si può studiare forse all’inizio, ma se una Van Vleuten decide di fare la selezione fin dalla prima salita non c’è possibilità di scelta: bisogna andare. Forse non sapremo ancora chi vincerà il Tour, ma di sicuro vedremo chi sarà tagliato fuori dalla lotta per la maglia gialla».