Santini: la sartoria per gli atleti della Grande Boucle

Tour de France
Jonas Vingegaard al Tour de France dello scorso anno, in giallo (beardymcbeard)
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Una cronometro di 40 chilometri, da Lacapelle-Marival a Rocamadour, avrebbe potuto decidere le sorti della 109esima edizione del Tour de France, ecco quindi perchè anche il minimo dettaglio deve essere curato con estrema attenzione da parte degli atleti e dei team, e non solo.

Elementi fondamentali, in grado di cambiare le sorti di una prestazione contro il tempo, sono gli stessi speedsuit utilizzati dai leader di classifica e Santini, official sponsor della Grande Boucle, ha messo in campo tutto il proprio know-how e l’esperienza del proprio staff per garantire il massimo in termini prestazionali, intervenendo appositamente sui capi al fine di soddisfare le necessità dei singoli atleti.

Santini: la perfezione nei dettagli e nella ricerca dei materiali

La prova a cronometro di 40 chilometri, da Lacapelle-Marival a Rocamadour, avrebbe potuto ridisegnare la classifica generale di una combattutissima 109esima edizione del Tour de France, ecco quindi l’importanza della minuziosa cura dei dettagli e dell’attenzione riposta sui materiali utilizzati dagli atleti.

In particolare, i capi indossati dai corridori, sono un elemento fondamentale al fine della prestazione aerodinamica e Santini, grazie al proprio know-how, sviluppato grazie a prestigiose collaborazioni con i migliori team al mondo, e al quotidiano impegno di ricerca e sviluppo sui materiali, ha messo a disposizione il proprio staff per garantire agli atleti dei capi che, oltre ad impiegare soluzioni tecniche innovative e materiali altamente performanti, rispondessero anche alle loro singole necessità.

Un lavoro dietro alle quinte tutt’altro che semplice e molto articolato, che richiede competenza, discrezione e precisione e che deve essere realizzato poco prima della competizione, in presenza degli atleti stessi che utilizzeranno i capi.

Il lavoro conosciuto dall’interno

«È una attività che conosciamo bene perché da anni viene realizzata per gli atleti che vestiamo – ha commentato Monica Santini, Amministratore Delegato di Santini Cycling Wearè fondamentale che i capi vestano come una seconda pelle, che le pieghe e i tagli dei capi si adattino alla conformazione fisica dell’atleta e che non ci siano eccessi di tessuto; tutto questo garantisce la massima performance aerodinamica».

Il lavoro di adattamento dei capi viene realizzato direttamente sul corpo dell’atleta che per la durata del processo simula, in sella ad una bicicletta, la posizione mantenuta durante la prestazione agonistica; in questa fase il capo viene controllato dalla modellista e dalla maitre tailleur Santini, che, confrontandosi con l’atleta stesso, prendono nota e identificano le modifiche da effettuare; intervengono quindi sul capo, realizzando le modifiche richieste le quali vengono successivamente verificate ripetendo l’analisi del capo indossato. Se il risultato soddisfa sia lo staff Santini, che il corridore e il team, lo speedsuit è pronto per performare al meglio.

«Un lavoro di grande precisione che richiede dedizione e passione, oltre che grandi competenze; la nostra esperienza è sicuramente un valore aggiunto sia per gli organizzatori del Tour che gli atleti stessi» sottolinea Monica Santini.