VisconTOUR, ovvero l’analisi tecnico-tattica (e non solo) di Giovanni Visconti. Segui con noi e per tutta la durata del Tour de France 2022, il punto dell’ex campione siciliano per capire, approfondire e discutere con lo stesso “Visco” non solo i fatti principali ma anche quelli più curiosi e divertenti della 109ª edizione della Grande Boucle. Ci divertiremo e… passaparola: siete tutti invitati!
– Giovanni, ieri Pogacar ha vinto la tappa, la sua terza in questo Tour de France 2022, ma non è riuscito a staccare Vingegaard sempre più vicino a conquistare la sua prima Boucle della carriera. Che indicazioni hai ricavato dalla prima delle due tappone pirenaiche?
– Beh, mi sembra chiaro che ieri Vingegaard abbia corso di rimessa accontentandosi di restare alla ruota di Pogacar che continua a non essere il Tadej dei giorni migliori. Nel finale, alla ruota del suo compagno McNulty, non aveva una bella faccia, anzi, in certi momenti mi sembrava addirittura che facesse fatica a tenere il passo del corridore statunitense. Per questo mi ha sorpreso che la maglia gialla non lo abbia attaccato perché se lo avesse fatto, a mio giudizio, lo avrebbe staccato andando a vincere anche la tappa. Un’altra occasione persa proprio come quella non colta nella tappa dell’altro ieri.
– Pogacar non ha staccato il danese, è vero, però almeno non ha fallito l’appuntamento con la vittoria di un’altra frazione. Magra consolazione o a livello psicologico battere Vingegaard gli tornerà utile nella tappa di oggi?
– No, secondo me ieri non è cambiato nulla anche perché i 4 secondi di abbuono che lo sloveno ha rosicchiato alla maglia gialla sono poca cosa. Tadej sa di avere poche speranze e anche quell’attacco in discesa sferrato dopo lo scollinamento della penultima salita, conferma che è pienamente consapevole che in salita non ne ha più per staccare Vingegaard che a questo punto può perdere il Tour solo se crolla di schianto. Piuttosto sullo sprint finale di ieri vorrei segnalare una cosa…
– Quale?
– Tadej si è mosso di astuzia, ha fatto il furbo, ha ingannato Vingegaard che ci è cascato con tutte le scarpe. Ai duecento metri, se rivedete lo sprint, lo sloveno ha fatto finta di non averne più, si è seduto bluffando di essere al gancio e Vingegaard, credendolo finito, è partito lungo. Peccato per lui che Pogacar stesse ancora bene e infatti lo ha ripreso battendolo con facilità. Sì, un bello schiaffo in faccia alla maglia gialla ma niente di più: il danese punta a vincere l’intera posta e il bottino pieno è sempre più vicino.
– Geraint Thomas si è staccato ma rimane saldamente al terzo posto. Pidcock invece, per restare in casa Ineos-Grenadiers, è naufragato arrivando al traguardo con oltre 20 minuti di ritardo. Ti ha sorpreso il cedimento del giovane talento inglese?
– No, onestamente no perché si vedeva che Tom era alla frutta già da qualche giorno. Ha vinto sull’Alpe d’Huez perché lo hanno lasciato vincere, diciamoci la verità, e per il resto non ha mai dato l’impressione di essere in grado alla distanza di tenere il ritmo dei migliori. Il campione del mondo di ciclocross è un campioncino, nessuno lo nette indubbio, ma per me non è ancora pronto per competere coi più forti del gruppo in certi palcoscenici. E comunque, più che da grandi Giri mi sembra che Pidcock sia più tagliato per le classiche di un giorno oppure per le brevi corse a tappe, non vi pare?
– Giovanni, che cosa ti aspetti dalla tappa di oggi?
– Mi aspetto un Vingegaard in assoluto controllo della corsa, mi aspetto che Pogacar corra pensando a vincere la tappa più che a fare sfracelli di classifica e mi aspetto una bella lotta per la definizione dal quarto al decimo posto perché l’ordine del podio, vedrete, non cambierà più!