TOUR DE FRANCE / 9° deTOUR: Vuarnet, gli occhi di Alain Delon e un sole così violento da uccidere

TOUR DE FRANCE / 9° deTOUR: Vuarnet, gli occhi di Alain Delon e un sole così violento da uccidere
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deTOUR, deviazione: è quel momento prezioso che interrompe il tempo di un viaggio, costringendoci a uscire dalla strada segnata sulle mappe (o sul Garibaldi). Quando fai una deviazione ti si apre un mondo di possibilità. Vi invitiamo a seguirci, a venire con noi ogni giorno, per tutte e 21 le tappe di questo Tour de France.


Questa del sole era una specie di fissazione di famiglia. Ma cominciamo dal principio. Dall’uomo che immaginò tutto quanto. Jean Vuarnet era nato a Bardo, in Tunisia, dove il padre, anche lui Jean, esercitava come medico. Era il 1933. Il piccolo Jean aveva 18 mesi quando si trasferirono a Morzine, nelle Alpi dell’Alta Savoia. Fu naturale crescere sciando. Il giovane Jean aveva compiuto da poco 27 anni quando divenne immortale vincendo l’oro in discesa ai Giochi Olimpici di Squaw Valley, in California. Merito della posizione a uovo, che riprese da Zeno Colò incassando però la testa fra le gambe e dunque migliorandone l’efficacia, e degli sci metallici della Rossignol: nessuno li aveva mai usati alle Olimpiadi. 

Dall’olimpo Jean scese subito: lasciò l’agonismo per dedicarsi agli affari, per cui aveva ancora più talento. Legò il suo nome a una griffe di occhiali da sole che ha fatto epoca. Erano Vuarnet gli occhiali di Mick Jagger e di Romy Schneider. Erano Vuarnet gli occhiali che proteggevano il blu incomparabile dello sguardo di Alain Delon nel film «La piscina». Molti anni più tardi, dopo essere stati sponsor ufficiale dei Giochi di Los Angeles, nel 1984, gli occhiali Vuarnet sfondarono anche anche a Hollywood: avete presente Jeff Bridges nel Grande Lebowski? Ecco, i suoi occhiali da sole.

Il sole, sempre il sole. Quando Vuarnet immaginò di ampliare i confini di Morzine-Avoriaz, creò un consorzio sciistico e lo chiamò Portes du Soleil, Porte del Sole, 650 chilometri di piste fra la Francia e la Svizzera. E’ qui che oggi arriva il Tour. E Vuarnet?

Dal 1968, per quattro anni, Jean fu direttore della squadra italiana di sci alpino e insieme al suo braccio destro Mario Cotelli cominciò a formare gli atleti di quella che poi diventò la valanga azzurra. La tragedia arrivò nella sua vita quando Vuarnet aveva 62 anni. Jean aveva sposato la bellissima Edith Bonlieu, sciatrice di ottimo livello e sorella di François, campione olimpico di slalom gigante nel ’64, a Innsbruck. Lei e il figlio più giovane di Vuarnet, Patrick, che aveva ventisette anni, erano entrati a far parte dell’Ordine del Tempio del Sole. Il sole, sempre il sole. Ma Jean non sapeva niente questa volta. La setta, fondata a Ginevra, è conosciuta per i suicidi di massa che hanno provocato 74 morti fra il 1994 e il 1997 in Svizzera, Francia e Canada. Nella notte tra il 15 e il 16 dicembre 1995, tredici adulti e tre bambini furono sedati, uccisi uno a uno a colpi di pistola e poi bruciati con la benzina in una radura dell’altopiano del Vercors, in Francia, conosciuta come le trou de l’infer, il buco dell’inferno. Fra loro c’erano Edith e Patrick Vuarnet. Il vecchio Jean è morto cinque anni fa. Alain, il suo primogenito, non ha mai smesso di chiedere giustizia per sua madre e suo fratello: non avrà pace finché non vedrà condannare chi ha spento il suo sole.

Tappa 9 Tour de France: Aigle-Chatel les Portes du Soleil, km 192,