TOUR DE FRANCE / TOUR mon amour e la fuga di Fred Wright, che odia lamentarsi e sogna il Nord

Bahrain-Victorious
La Bahrain-Victorious alla partenza della quarta tappa del Tour de France 2021 (foto: A.S.O./PaulineBallet)
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TOUR mon amour è la rubrica di Bicisport sul Tour de France che racconta una storia, un personaggio, un frammento di ognuna delle ventuno tappe della Grande Boucle. Non necessariamente chi ha vinto o chi ha perso, ma chi ha rubato la nostra attenzione o il nostro sguardo anche solo per un attimo.


Da quando è venuto a sapere che sarebbero uscite le figurine Panini del Tour de France, il padre di Fred Wright, Phil, non ha fatto altro che immaginare il giorno in cui avrebbe trovato quella del figlio. Non ha dovuto aspettare molto. Il 24 giugno, per andare sul sicuro, ha comprato ben trentasei bustine, ognuna delle quali contiene cinque figurine. La prima che gli è capitata per le mani la conosceva bene: era Fred, sguardo giovane e sicuro di sé e maglia a metà tra l’arancione e il rosso della Bahrain-Victorious. Non è uno dei debuttanti: questo onore gli toccò lo scorso anno, quando fu anche il più giovane corridore al via della Grande Boucle. E la portò a termine, seppur al 96° posto.

Fred Wright: iniziò tutto da quel Giro del Galles

Phil fa l’attore (serie televisive e soap opera: Prime Suspect, EastEnders, Casualty, Save Me) e la sua presenza è stata di fondamentale importanza per far appassionare il figlio al ciclismo. La prima volta che Fred vinse una gara importante, il Giro del Galles riservato agli juniores nel 2016, suo padre disse: «Diavolo, ma è successo davvero?». Non che non fosse bravo, anzi: in pista è stato campione europeo nell’inseguimento a squadre e nell’omnium tra gli juniores e poi nell’americana e ancora nell’inseguimento a squadre tra gli Under 23, mentre su strada vanta una tappa al Giro e una all’Avenir sempre tra i dilettanti ed entrambe nel 2019. Ma questo sarebbe venuto più tardi. In quel momento, i talenti britannici in rampa di lancio erano altri: Walls ed Hayther, del 1998, dunque più grandi di lui di un anno, e Pidcock, suo coetaneo.

In una Bahrain-Victorious vincente e competitiva su ogni terreno, Wright ha avuto bisogno di un po’ di tempo per ritagliarsi il proprio spazio. Al primo grande giro della carriera, tuttavia, partecipò subito, alla prima stagione tra i professionisti. Era il 2020 e al termine del BinckBank Tour disse al cuoco della squadra: «E’ un peccato che io non sia alla corsa spagnola a gustarmi i tuoi piatti». Contrordine, Wright convocato. Nella quindicesima tappa, la MosPuebla de Sanabria, la più lunga coi suoi 230,8 chilometri e resa ancora più impegnativa dal vento e dalla pioggia, chiuse la volata al quarto posto: davanti a lui Philipsen, Ackermann e Steimle. «Nel ciclismo non è sempre una questione di talento o di forma – spiegò all’arrivo – Io credo d’avere un pregio: quello di non lamentarmi mai troppo, di saper stringere i denti e tirare avanti finché non raggiungo i miei limiti».

Oggi Fred Wright ha dovuto arrendersi a 3,5 chilometri dal traguardo, l’unico superstite di una fuga a tre che comprendeva anche Frison e Cattaneo. L’italiano ha ceduto poco prima di lui, stremato: il britannico, da stasera, potrà dire d’aver fiaccato sul passo le resistenze del vicecampione italiano a cronometro e del 12° del Tour de France 2021. Ma il miglior risultato della sua giovane carriera l’ha centrato al Giro delle Fiandre: 7°, a soli 11″ da van der Poel, quasi uno spettatore non pagante della strana e spettacolare volata che ha premiato l’olandese e fatto arrabbiare Pogacar (terzo a Losanna senza nemmeno dannarsi più di tanto). Al traguardo era estasiato, lui che si muove bene anche nelle corse a tappe ma che sogna di trionfare alla Ronde e alla Roubaix, ma talmente stanco da scusarsi coi giornalisti poiché non riusciva a rispondere alle loro domande. Pare, tra l’altro, che sia stato uno dei corridori ad aver maggiormente sofferto le perquisizioni di cui è stata vittima la Bahrain-Victorious nelle ultime settimane. «Sembrava un incubo, ma purtroppo lo abbiamo vissuto veramente», ha dichiarato alla stampa britannica. Una fuga al Tour de France è una più che valida contromossa per arginare tristezze, malinconie e incertezze della vita.