AMARCORD/108 Emozioni a pioggia per il Tour del Centenario, ma il “buco nero” nell’albo d’oro è una ferita

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Si partì da Parigi, come era successo cent’anni prima. E prima di lasciare la capitale si passò in pellegrinaggio davanti al bar Reveil Matin di Mont Geron, periferia sud-est, proprio lì dove il 3 luglio 1903 ottantaquattro pionieri si erano ritrovati per dare vita al primo Tour de France della storia.

In tema di rievocazioni ed esaltazione delle radici, i francesi non sono secondi a nessuno, e anche in occasione del Tour del Centenario, edizione 2003, se la cavarono più che bene, assicurando alla corsa tutti i traguardi toccati un secolo addietro: Lione, Marsiglia, Tolosa, Bordeaux e Nantes.

Gimondi al gran gala finale, Pantani declinò l’invito

Le suggestioni volarono alte anche dopo il tradizionale arrivo agli Champs Elisées, dove fu organizzata una sfilata con molti dei passati vincitori del Tour. Le nove vittorie italiane (due volte Bottecchia, Bartali e Coppi, una volta Nencini, Gimondi e Pantani, mentre Nibali era ancora di là da venire) furono rappresentate da Felice Gimondi, presente alla cerimonia, mentre Pantani declinò l’invito.

Oggi il Tour del 2003 figura nel grande buco nero lasciato da Armstrong, che vinse quella edizione come le quattro precedenti e le due successive, prima di essere scoperto come baro sistematico. Triste destino per il Tour del Centenario: a Maurice Garin, il leggendario valdostano naturalizzato francese che vinse la prima edizione, cent’anni dopo non rispose nessuno.