La calda estate di Amadori: «Mediterraneo, europeo, Valle d’Aosta e Avenir: vi dico tutto»

Amadori
Marino Amadori alla Vuelta a San Juan (foto: Ilario Biondi/BettiniPhoto©2018)
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Per quanto strano possa sembrare, dice Marino Amadori, ad Orano c’è meno caldo che in Italia: 26, 27 gradi, molto ventilato. Oggi, sulle strade della seconda città più popolosa dell’Algeria, andrà in scena la cronometro dei Giochi del Mediterraneo riservata agli Under 23, anche se il regolamento prevede la presenza degli elite. E infatti l’unico azzurro in gara sarà Luca Coati, del 1999. Domenica sera, poco dopo le 20, Orano è stata allarmata da una scossa di terremoto di 4.2 gradi della scala Richter. Pare non ci sia stato nessun ferito. Ma di questo gli azzurri di Amadori non sanno niente, essendo arrivati martedì mattina.

Marino, a quale risultato può ambire Luca Coati? Un corridore veloce e forte sul passo, ma di certo non un cronoman puro.

«Esatto, non essendo uno specialista non possiamo chiedergli troppo. Comunque l’ho visto bene, pur non avendola portata a termine ha partecipato alla prova in linea dei campionati italiani riservata ai professionisti. Con lui doveva esserci anche Moro, ma un tampone positivo lo ha bloccato domenica, quando ormai era troppo tardi per rimpiazzarlo».

Quindi l’Italia correrà in sette anche la prova in linea di sabato.

«Purtroppo sì. Anche Puppio è stato fermato da un tampone, ma ero ancora in tempo per sostituirlo e al suo posto ho chiamato Pinazzi. Gli altri sono, lo ricordo, Giordani, Belleri, Persico, Zurlo, Zambelli e Coati. Una bella nazionale, devo dire. Posso contare su corridori esperti e pronti a prendere in mano la situazione in ogni scenario».

Avrete visionato i tracciati. Quali insidie nascondono?

«La cronometro è lunga 25 chilometri. Si è su un’autostrada: da una parte si va e dall’altra si torna, un po’ di salita e un po’ di discesa. E non è escluso il vento contrario. La prova in linea, invece, non prevede circuiti: 147 chilometri e sei di trasferimento. Perlopiù pianeggiante, negli ultimi venti chilometri ci saranno a malapena tre svolte. L’incognita maggiore, appunto, rimane il vento: andrò sul posto in macchina per capirci di più, il gruppo può assolutamente spaccarsi».

Che corsa prevedi?

«Difficile dirlo. Non credo che partiremo in tanti e poi, fino all’ultimo momento, non abbiamo avuto la lista ufficiale dei partenti, quindi sappiamo da pochissimo chi sono i nostri avversari principali. Non riesco a prevedere molto, ma so per certo che correremo col coltello tra i denti. Questo lo garantisco».

La tua sarà un’estate intensa: europei, Avenir e una selezione per il Valle d’Aosta.

«Il primo di questi appuntamenti sarà il campionato europeo ad Anadia, in Portogallo. Cronometro il 7 luglio, prova in linea il 10: quindi la prossima settimana. A meno che i tamponi non ci giochino qualche brutto scherzo, potrò contare su Marcellusi, De Pretto, Parisini, Buratti, Busatto e Germani. Tutti corridori veloci e adatti ad un percorso vallonato e nervoso come quello portoghese».

Il capitano sarà Marcellusi?

«Sulla carta sì, è il più esperto. Nonostante lo abbia convocato in diverse occasioni, non ho ancora avuto il piacere di guidarlo: c’è sempre stato qualche imprevisto che alla fine gli ha impedito di esserci. Speriamo possa essere la volta buona. Ho deciso di investire sul futuro: De Pretto, Germani e Busatto sono del 2002, quindi alla seconda stagione tra i dilettanti».

Germani, peraltro, è reduce da una stupenda affermazione al campionato italiano.

«E’ uno dei nostri migliori talenti, già si sapeva. Riesce a trovare spazio in una grande realtà come la Groupama-Fdj, non spreca le occasioni che gli vengono date e non ha paura di attaccare. Il piglio suo e quello di Garofoli è quello giusto. I talenti ce li abbiamo anche noi, dobbiamo essere bravi a metterli nelle migliori condizioni possibili affinché possano esprimersi».

Poi, dal 13 al 17 luglio, sarai al Valle d’Aosta.

«Al via ci saranno solo quattro squadre italiane: Colpack, Friuli, Qhubeka e Bardiani. Troppo poche. Così ho avuto il via libera dalla Federazione per mettere insieme un bel gruppetto di corridori. Avrò Ciuccarelli, Raccani, Porta, Calzoni e il giovane Ludovico Crescioli, da quest’anno tra gli Under 23 con la Mastromarco. Nel 2021, al Giro della Lunigiana degli juniores, l’ha battuto soltanto Martinez. E’ un bel talento, se è disposto a soffrire farà una bella esperienza».

Per quanto riguarda il Tour de l’Avenir, invece, hai pensato di convocare qualche giovane del World Tour?

«Ho sondato il terreno per Verre, Tiberi e Zambanini, ma non c’è stato nulla da fare. Un po’ per il nuovo sistema dei punteggi e delle graduatorie e un po’ per gli organici dimezzati dalle positività, le rispettive squadre non hanno voluto privarsene. Mi dispiace perché sono tre bei talenti che mi avrebbero fatto comodo e che, allo stesso tempo, avrebbero potuto provare a brillare in una delle manifestazioni giovanili più importanti al mondo. Però capisco anche il punto di vista delle loro formazioni».

Peccato. Le corse fatte con la tua nazionale nel 2021 hanno sicuramente aiutato Filippo Zana, fresco campione d’Italia.

«Sono felice per lui e orgoglioso per il percorso che abbiamo condiviso. Con me, Zana ha potuto correre da capitano e provare a vincere in un contesto che, almeno fino alla passata stagione, era quello più alla sua portata. Si è visto il bene che gli ha fatto. E comunque lui non poteva lamentarsi, correndo nella Bardiani le chance di mettersi in mostra non gli mancavano. Chi milita nelle corazzate, invece, non deve mai scordarsi che è rischioso perdere confidenza con meccanismi come la ricerca della vittoria e la libertà di movimento».