GIRO DONNE / – 2 GIORNI AL VIA. Longo Borghini. «Parto senza stress, voglio godermi ogni tappa, sono stufa dei giornalisti che mi dicono: vincerai tu»

Longo Borghini
Elisa Longo Borghini, 30 anni (Foto SWpix.com)
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Quando Elisa Longo Borghini corse il suo primo Giro nel 2012, vincendo la classifica delle giovani e chiudendolo al nono posto, la campionessa di Ornavasso era all’alba di una carriera fantastica. Nell’ultimo decennio sono arrivati due podi olimpici, due iridati, otto titoli nazionali a crono, classiche prestigiose, dal Fiandre del 2015 alla Roubaix di questa primavera. La maglia rosa però è rimasta stregata. Ed è per questo che Elisa, alla vigilia della partenza dal Cagliari, sceglie un profilo basso. 

«Sono contenta di fare il Giro – esordisce la piemontese – però sono anche stufa dei giornalisti che mi dicono: vedrai che vincerai tu. Quest’anno voglio godermelo. C’è chi va più forte di me in salita, faccia lei la corsa. Questo sarà il Giro della Cavalli».

Marta però dice che sei tu l’avversaria più temibile e che vai forte su tutti i terreni.

«Ha detto così? Beh, ha ragione… (e ride, ndr). Di Marta ho grande stima, è un’atleta fortissima e penso che vada al Giro focalizzata sulla classifica. Io parto con un “mood” più rilassato rispetto agli anni scorsi, penso che mi serva, voglio godermi ogni tappa. E’ una bella corsa, merita di essere vissuta bene, felici, senza lo stress di fare la classifica o di dover essere sempre lì. Il Giro è una festa, bisogna essere concentrati, ma anche a cercare di vivere il momento».

Il tracciato ti piace?

«Molto, è stato studiato in maniera tale da poter dare l’occasione a tutte di inseguire il sogno della maglia rosa o almeno di conquistare una tappa. Va in crescendo, muovendosi lentamente verso le tappe più dure ed è bello perché all’inizio lascerà la classifica un po’ più aperta».

I giochi per la generale si chiuderanno già sul Maniva, il primo arrivo in quota?

«Rispondo con una frase usata spesso dai grandi cronisti: il Maniva farà vedere chi non vincerà il Giro, ma i grandi distacchi saranno nelle ultime due tappe». 

Al via è annunciata anche una Van Vleuten agguerritissima…

«Annemiek è una vera immortale e da grande campionessa qual è vuole provare a fare la doppietta Giro-Tour. Fa bene, ha la capacità per riuscirci».

Anche tu sarai al Tour Femmes.

«La squadra mi ha chiesto di fare la generale. Vedrò come uscirò dal Giro e farò le valutazioni del caso. Tutte hanno la velleità di vincerlo questo Tour, ma alla fine una sola vestirà la maglia gialla». 

Arrivi alla corsa rosa in grande condizione e con quella vittoria al Women’s Tour conquistata con un solo secondo di vantaggio su Grace Brown grazie al terzo posto agguantato in volata nell’ultima tappa. Dopo l’arrivo eri raggiante… 

«E’ stata una bella ripresa, avevo smesso di correre dopo la Liegi, mi sono concessa un breve stacco e poi sono andata tre settimane in altura. In Gran Bretagna ho avuto la conferma che il lavoro fatto è stato produttivo. In gara mi sono sentita subito brillante, nelle prime tappe ne ho approfittato per ritrovare il ritmo, ho tirato le volate alla mia velocista, ho ripreso confidenza con il gruppo, ho vinto il tappone in salita di Black Mountain e poi sì, ho fatto anche l’ultima volata…».

Giovedì si parte con una crono di cinque chilometri a Cagliari. Da tre anni sei la padrona del tricolore della specialità. Anche nel 2020 il Giro Donne è iniziato con una crono a Grosseto e tu hai vestito la prima rosa». 

«Quella maglia è stata una delle esperienza più belle della mia carriera. Spero di potermela godere di nuovo, al più presto…».