GIRO DONNE / – 3 GIORNI AL VIA. Marta Cavalli: «Parto da leader, per me è arrivato il momento di mettermi in gioco. La pressione? Non la sento»

Cavalli
Marta Cavalli alla Freccia Vallone (foto: A.S.O./Demouveaux)
Tempo di lettura: 3 minuti

Dopo la doppietta ad Amstel Gold Race e Freccia Vallone nella primavera che l’ha consacrata campionessa, Marta Cavalli ha ripreso il feeling con le corse vincendo sul Mont Ventoux che per la prima volta veniva scalato dalle donne. Un bel biglietto da visita in vista del Giro Donne.

«C’è da dire che non era una gara WorldTour e non c’erano grandi avversarie – tiene a sottolineare la cremonese, 24 anni – però io sono partita al mattino con l’idea di fare una bella gara per me stessa e di usarla come un test, perché arrivavo da un lungo periodo di preparazione in altura».

Un test positivo, visto il risultato. E come è stato scalare il Ventoux?

«La salita è stata molto esigente per via del caldo, ma è stata una bella giornata sia perché il Ventoux è una salita mitica e sia perché come team abbiamo lavorato bene e questo rafforza l’entusiasmo e la coesione in vista del Giro dove so che potrò contare sulle mie compagne».

Lo scorso anno al Giro eri partita come gregaria di Cecilie Ludwig, adesso i ruoli si sono invertiti.

«Sì al Giro lei correrà in mio supporto e poi io le restituirò il favore al Tour. Il mio team che è francese (la Fdj Nouvelle-Aquitaine Futuroscope, ndr) sa quanto sia importante per una ciclista la corsa di casa».

Che Giro di aspetti, sei andata a vedere qualche salita?

«Ho pedalata sul Maniva, il primo arrivo in quota dove si delineerà la classifica e sono andata a vedere anche le due tappe in Trentino: l’ottava che consoliderà la generale e la nona che è molto impegnativa. Penso però che atlete come la Van Vleuten non aspetteranno la penultima frazione, ma cercheranno di mettere un sigillo prima, perché dopo nove giorni di corsa non si sa mai cosa può succedere».

Oltre alla Van Vleuten chi saranno le tue rivali?

«Elisa Longo Borghini è un’avversaria temibilissima: sta andando forte su tutti i terreni: salita, fuga, volata. Non è da sottovalutare nemmeno Gaia Realini che con un anno di esperienza in più può far bene. Ma io punterò a fare gara su me stessa cercando la mia miglior sensazione».

Si può dire che al Giro si chiuda un cerchio, e cioè che l’exploit che ti ha lanciato in una nuova dimensione portandoti a vincere Amstel e Freccia e a partire da leader quest’anno sia iniziato proprio sulle strade della corsa rosa del 2021 quando hai chiuso al sesto posto in classifica rimanendo con le migliori nelle tappe più dure?

«Lo scorso anno mi ha fatto scoprire tante cose di me, delle mie caratteristiche delle corse in cui mi trovo meglio. Sì, quel Giro è stata una bella scossa per tutti, nessuno si aspettava che andassi così forte, tantomeno io. E da lì la squadra ha cominciato a credere in me».

Ci sono altri segreti dietro la Marta che abbiamo visto battere la Van Vleuten alla Freccia Vallone?

«Questa crescita è stata il frutto del tempo, c’era da attendere il momento giusto. Ho avuto la fortuna di avere persone intorno a me che non hanno preteso troppo all’inizio, che mi hanno lasciata crescere e i risultati sono arrivati».

A tre giorni del via da Cagliari, senti la tensione?

«Non sono una che soffre le pressioni, un po’ di tensione “buona” la avverto, ma cercherò di gestirla, poi quando partirà la corsa sarà tutto più semplice. Il Giro è una sfida importante anche perché avrò la possibilità di farmi vedere da tutti quei tifosi che ogni giorno mi scrivono su Instagram o che mi fermano per strada per una chiacchiera o una foto. Per me è un motivo di orgoglio avere tante persone che mi seguono e che magari si sono avvicinate al ciclismo per me. E poi ho tantissima motivazione perché sarà la prima vera corsa in cui arrivo con la consapevolezza di averla preparata con grande determinazione. So che ho lavorato bene, ora tocca a me mettermi in gioco».