GIRO D’ITALIA U23 / Il giorno del Fauniera. Così nel 1999 Pantani e Savoldelli domarono il “mostro”

Fauniera
Il colle di Fauniera, dove oggi terminerà la sesta tappa del Giro d'Italia U23
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Accadde tutto in poche ore: la mattina del 29 maggio 1999 il Colle Fauniera era una insidia sconosciuta; il pomeriggio, dopo aver dispensato robuste dosi di sofferenza, aveva già ottenuto il passaporto per la leggenda.

I ragazzi del Giro Under 23, che oggi scaleranno il “mostro” fino alla vetta che segna il traguardo, non erano ancora nati quando Marco Pantani, dopo tredici chilometri di salita, mise le mani basse sul manubrio, si alzò sui pedali e cambiò passo. Quelli che erano con lui, una quindicina, ebbero reazioni diverse: la maglia rosa Laurent Jalabert non batté ciglio, cosciente che alla cima mancavano altri nove chilometri e che seguire il Pirata sarebbe stato un suicidio; altri si ritrovarono subito al gancio. Solo “El Chava” Jimenez e Gotti si misero sulle tracce di Pantani. Lo spagnolo di lì a poco crollò miseramente, il bergamasco riuscì per qualche pedalata a riguadagnare la ruota di Pantani, prima di mollarlo saggiamente.

Marco Pantani sulla salita del Fauniera

Così il Giro d’Italia conobbe il Fauniera, valico occitano posto a 2511 metri, a due passi dal confine che separa il Piemonte dalla Francia. Una salita interminabile, in gran parte con pendenze in doppia cifra e punte oltre il 15%. Pantani passò da solo sotto il maestoso Santuario di San Magno, che segna la fine del tratto più duro, in uno scenario di nebbia, pietre e vegetazione sempre più rada. Davanti c’erano Missaglia, Caucchioli e Peña, attaccanti di giornata. Il pirata riprese gli ultimi due all’inizio della discesa, mentre Missaglia tentava l’attacco solitario.

L’incredibile picchiata del “Falco”, uno show da leggenda

Il valico del Fauniera era a 60 chilometri dall’arrivo di Borgo San Dalmazzo: fu proprio qui che entrò in scena il secondo protagonista della giornata, rimasto fin lì mimetizzato. Paolo Savoldelli scollinò con un paio di minuti di ritardo rispetto a Pantani e, mentre gli altri gestivano con preoccupazione una discesa a dir poco complicata, si buttò nella sua più bella, celebre e rischiosa picchiata. Una gimkana da acrobata, con pochi precedenti nel genere: mangiando tornanti e lambendo strapiombi, il “Falco” piombò in pochi chilometri su Pantani e proseguì di slancio fino all’arrivo, celebrando una delle sue vittorie più belle.

Paolo Savoldelli nella discesa del Fauniera

Si sa come andò: di lì a qualche giorno, a Madonna di Campiglio, Pantani avrebbe conosciuto il suo capolinea e Savoldelli avrebbe rifiutato di mettere la maglia rosa al suo posto. Il Fauniera, però, da quel giorno, ha il raro privilegio di aver unito nello stesso scenario il migliore scalatore e il miglior discesista allora in circolazione.

Presi dalle loro fatiche, i ragazzi del Giro Under possono anche ignorare questa storia. Il monumento al Pirata, che campeggia proprio sulla vetta, provvederà a colmare la lacuna.