GIRO D’ITALIA U23 / Balducci lancia Garzi e risponde a Cassani: «Poche corse a tappe? Non sono d’accordo»

Balducci
Gabriele Balducci alla Firenze-Empoli
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Dopo l’intervento al cuore di inizio maggio, Gabriele Balducci è tornato in piena forma alla guida della Mastromarco. La squadra toscana, avendo un organico piuttosto giovane, non aveva grandi ambizioni a questo Giro. «Se non avessero avuto la maturità, avrei portato Giordani e Crescioli, due bei talenti. Ma non abbiamo voluto forzare: prima la scuola, poi tutto il resto».

Balducci, avresti fatto contento Cassani: lui dice che i nostri dilettanti fanno poche corse a tappe.

«Ho letto il suo pensiero, ma non sono tanto d’accordo. E lo dico col massimo rispetto, Davide è appassionato e competente».

Cosa non ti convince?

«Allora, che in Italia non si fanno tante corse a tappe può anche essere vero. Ma io mi domando: ha senso farsi prendere dal panico se adesso ci manca un grosso scalatore?»

Spiegati meglio.

«Io sono consapevole che con le corse a tappe i ragazzi migliorano, ma noi dobbiamo pensare a farli arrivare integri coi professionisti».

Pensi a qualcuno in particolare?

«Sivakov tra gli Under 23 faceva paura, vinse anche un Giro, mentre tra i professionisti non mi pare abbia fatto chissà cosa. Oppure penso a Nibali: non credo che tra i dilettanti abbia partecipato a tante corse a tappe, eppure…»

Tornando alla tappa incriminata, era davvero troppo dura?

«Io ho detto che era molto dura, punto e basta. È un dato di fatto. Però, come ho detto, evidentemente adesso ci manca uno scalatore in grado di brillare in quelle giornate. Ma non ne farei un dramma».

Perché?

«Può essere un discorso generazionale. Non abbiamo mai avuto tanti cronomen come adesso, per fare un esempio. Non è detto che facendo tante corse a tappe all’anno, allora trovi automaticamente il campione che vince Giro e Tour».

Senza dimenticare le assenze importanti di Frigo, Martinelli e Garofoli.

«È vero, magari loro sarebbero entrati tra i primi dieci a Santa Caterina Valfurva e la percezione sarebbe stata diversa. Per me i ragazzi vanno fatti crescere gradualmente, se valgono il professionismo avranno tempo per fare tante corse a tappe».

Gabriele, oggi si riparte da Busca: cosa chiedi a queste tre tappe?

«Mi auguro che Garzi dimostri il suo valore. È un corridore solido ed esperto, è al quarto anno, peccato non averlo ingaggiato prima. È piemontese, di Domodossola: gli stimoli non gli mancheranno».